NEWS

A sua immagine

Di Norma Ferrara il . Sicilia

La caffettiera ancora calda sul fornellino della cucina, le cinghie di una cartella che si chiudono, qualche gomitata di troppo tra fratelli. Il sole già illumina Trapani da qualche ora, nel porto le navi dei pescatori attraccano come ogni mattina e la frescura delle giornate primaverili fa il suo ingresso attraverso le persiane in legno, solleticando il viso di una famiglia come tante.

E’ l’aprile del 1985 e Margherita, esce dal bagno, si guarda un po’ allo specchio e attende di andare a scuola, con la sua mamma e i due fratellini, Giuseppe e Salvatore, gemellini di sei anni. Sa che la campanella in aula sta per suonare ma i fratelli litigano ancora un po’ e per non fare tardi Margherita decide di andare a scuola con una vicina di casa. Prima di uscire ricorda alla sua mamma, Barbara, che il giorno dopo c’è la gita – “non dimenticarti le fette biscottate” – le ultime parole scambiate con lei. Venticinque anni dopo Margherita Asta ci va ancora in quella casa e per farlo attraversa con la sua macchina la litoranea di “Pizzolungo” maledetta strada che la madre e i due fratellini imboccarono in quella mattina del 2 aprile del 1985.

Una bomba, messa li dai mafiosi del mandamento di Trapani e destinata al giudice Carlo Palermo, li fece saltare in aria. In pochi attimi concitati, nel viso cupo di chi le sta intorno, quello stesso giorno, Margherita capisce che si è trattato di un viaggio senza ritorno. Tutto appare così assurdo ai suoi occhi da bambina di soli dieci anni, i Tg e i commenti dei conoscenti, tanto che le lacrime sembrano ibernate e non riescono a scendere giù per le gote rosse. Passano i giorni, le ore, i minuti, e quella ragazzina siciliana mette il coraggio sulle spalle, recupera la caparbia dolcezza di mamma Barbara e si rialza in piedi, per non sedersi mai più. Ha tanta rabbia in corpo, ma anche Margherita, fra l’urlo e il silenzio, sceglie la Parola.

Oggi impastando lacrime e rabbia, insieme all’ associazione Libera, da Trapani a Pordenone, da Torino a Roma, porta la sua storia nelle scuole, fra i ragazzi, e condivide con la società responsabile battaglie per i diritti, la legalità e il contrasto alle mafie, vecchie e nuove. Nella puntata del 2 ottobre 2010, Margherita, 35 anni, racconta la sua storia ai telespettatori di “A sua immagine” il programma in onda ogni week end sul primo canale della Rai, condotto da Rosario Carello. Le immagini di quella giornata che ha cambiato la vita a Margherita Asta scorrono in bianco e nero sullo schermo mentre i ricordi si fanno strada nella mente di tanti, che in quegli anni c’erano e ricordano, la storia di questa madre e i due gemellini che quel 2 aprile 1985 si sono trovati a fare da scudo con la macchina all’automobile del magistrato Carlo Palermo.

Il racconto, in esterna, registrato a Trapani dalle telecamere del programma, si alterna a quello in studio in cui Margherita, ripercorre la storia personale e le sensazioni vissute in quei lunghissimi giorni in cui avvenne la strage di Pizzolungo. Da questa tragedia, che per il magistrato Carlo Palermo, ha rappresentato – come dichiara lui in un’intervista – una tragedia che non potrà dimenticare, Margherita ha trovato la forza della testimonianza e della rinascita. – «E’ la voglia di farcela – dichiara – di andare avanti a dare un senso a questa vita, che per miracolo, grazie ad un disguido di qualche attimo, i miei fratellini mi hanno regalato.

L’incontro con Carlo Palermo – commenta – è stato importante. Quel 2 aprile ci ha “stravolti”, mi auguro che l’incontro avvenuto fra noi possa sollevarlo da quel “senso di colpa” che si porta dentro». « Il mio impegno con Libera – conclude la Asta – mi ha aiutata a convivere meglio con il mio dolore. Gli incontri nelle scuole, la testimonianza, mi hanno dato la forza per reagire e continuare ». La puntata di “A sua immagine” sceglie questa storia per introdurre il racconto della visita del Papa, Benedetto XVI, a Palermo. Una due giorni di messaggi importanti (« la mafia è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo – ha dichiarato ai giovani Ratzinger») e anche alcune contestazioni durante il passaggio del Pontefice.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link