NEWS

Reggio Calabria, l’esercito per presidiare le sedi sensibili

Di Anna Foti il . Calabria

L’Esercito per attestare in modo più
diretto che il governo attraverso il Ministero della Difesa vuole
affiancare la cittadinanza e le istituzioni democratiche in questo
frangente delicato; intende cioè investire risorse nella protezione
del bene comune minacciato da una presenza criminale che
evidentemente si è imposta e rischia di avere il sopravvento.

Arrivati già ieri i soldati, 75
militari e cinque ufficiali che, come annunciato dal prefetto Luigi
Varratta nei giorni scorsi, presidieranno i quattro obiettivi
definiti sensibili quali il Ce Dir, sede della Procura della
Repubblica, la Procura Generale, la Corte di Appello, l’abitazione
del procuratore generale Salvatore Di Landro. Lo ha deciso il
comitato per l’Ordine e la Sicurezza insediatosi venerdì presso il
palazzo del Governo di Reggio Calabria dal quale arrivano anche le
rassicurazioni secondo le quali non si tratta di una militarizzazione
che inciderà sulla quotidianità dei cittadini, che potranno dunque
continuare a camminare e muoversi liberamente in città. I 75
militari della Brigata Aosta – di cui 45 sorveglieranno il Cedir, 10
la casa del Procuratore Salvatore Di Landro, 10 la Corte d’Appello
e 10 la Procura Generale – con compiti di sola vigilanza e non di
pattugliamento, consentiranno di dedicare il personale in loco per
altre importanti operazioni investigative in corso.

Avranno, infatti, compiti di
vigilanza degli uffici e non di pattugliamento. In linea con questo
il prefetto Varratta rassicura: “La gente potrà continuare a
passeggiare tranquillamente sul Corso Garibaldi e sul Lungomare. Le
Forze Armate serviranno solo ad alleggerire il nostro lavoro che è
rivolto ovviamente più verso l’attività investigativa contro la
criminalità organizzata”. Dopo i recenti gravi fatti di
intimidazioni, questa la risposta dello Stato sulla quale il
dibattito politico si è accesso tra chi lo ritiene un intervento
obbligato, chi mera propaganda e chi invece avrebbe reputato più
necessario il rafforzamento ulteriore del personale dei distretti e
un invio dell’esercito semmai sui cantieri dell’autostrada A3
Salerno – Reggio Calabria.

Ma la decisione è stata eseguita e
da domani l’esercito tornerà in città. Già dopo la seconda
guerra di ‘ndrangheta furono impiegati 350 uomini in Calabria nella
cosiddetta Operazione ‘Riace’ tra il febbraio del 1994 e il
dicembre del 1995 per contrastare le cosche, come avvenuto in Sicilia
dopo le stragi di Falcone e Borsellino nel 1992 con l’operazione
“Vespri Siciliani”. Allora furono eseguiti centinaia di attività
tra blocco e controlli stradali, pattugliamenti, controlli di
automezzi, identificazioni di persone, controlli di edifici,
perquisizioni individuali, rastrellamenti extraurbani, cinturazioni,
appostamenti per controllo personale sospetto. Per i reggini dunque
non sarà una novità vedere le divise in riva allo Stretto, anche se
questa volta i militari avranno solo compiti di vigilanza. Inoltre
rinforzi arriveranno a Polizia e Carabinieri con 40 unità che
saranno inviati in città.

Ma a Reggio l’esercito scese
anche quarant’anni fa. E’ proprio del luglio scorso
l’anniversario dei moti che animarono le strade, quando Reggio
rivendicava il proprio ruolo nella storia della Calabria e i carri
armati intervennero per ristabilire l’ordine. Oggi la situazione è
molto diversa e la guerra che si combatte è contro un nemico subdolo
e invisibile che si annida nelle stanze di potere, che cerca e trova
quelle alleanze utili ad un accrescimento del controllo del
territorio, alla sottomissione della legge, al dominio delle
coscienze dinnanzi ad una cittadinanza troppo spesso rassegnata e
impaurita, come più volte evidenziato da magistratura e forze
dell’ordine. Il cammino di riscatto è appena iniziato e tanti,
certamente di più, sono i cittadini che ne conoscono la necessità e
la vitale importanza per la rinascita della città.
 

E’ necessario che si facciano
sentire, che collaborino, che non ritengano superfluo o banale
credere che il presente di questa terra possa e debba essere
cambiato.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link