NEWS

Usura nel Salento

Di Antonio Nicola Pezzuto* il . Puglia

Quattro aziende, diciannove immobili, trentasette terreni edificabili e conti correnti bancari per un valore complessivo pari a circa otto milioni di euro. A tanto ammonta il patrimonio riconducibile a Santo Paglialunga, presidente ed amministratore delegato dell’ Istituto Finanziario Aradeo S.p.A.

Su proposta del Direttore della D.I.A., Generale Antonio Girone, è stata emessa dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce una misura di prevenzione patrimoniale finalizzata alla confisca dei suoi innumerevoli beni. Il provvedimento si concretizza nei confronti di Santo Paglialunga e del suo nucleo familiare grazie agli accertamenti di natura economico patrimoniale che hanno portato alla luce una evidente sproporzione tra il reddito da lui dichiarato ed il valore economico dei suoi beni, la cui stima supera gli oltre otto milioni di euro. Negli ultimi undici anni, infatti, il totale dei redditi dichiarati dalla famiglia Paglialunga sfiora appena quota 69.000 euro, equivalente ad un reddito annuo di 6.290 euro. Indubbiamente non può passare inosservato il fatto che se i redditi della famiglia Paglialunga fossero solo questi saremmo in presenza di una famiglia indigente e meritevole d’aiuto.

Come non può che suscitare particolare attenzione e curiosità che ad essere intestatari di beni e attività in molti casi siano i figli che, all’epoca in cui si sono verificati i fatti, erano dei ragazzi in cerca di prima occupazione, coinvolti in operazioni immobiliari di un certo spessore e del tutto fuori dalla portata di individui della loro età e condizione. Questa è una peculiarità del caso in questione, perché, solitamente, nei casi di usura, i beni vengono intestati ad estranei prestanome.

Ma vediamo come funzionava  il meccanismo escogitato dal presunto usuraio, scoperto dagli uomini della D.I.A., nel corso di un’ operazione condotta nel gennaio 2009, nata dalla denuncia di un imprenditore salentino operante nel settore del commercio delle carni, vittima di usura.
Paglialunga Santo, attraverso l’ Istituto Finanziario Aradeo S.p.A. a lui riconducibile, facendo leva sulla disperazione di alcuni imprenditori in difficoltà economiche, concedeva prestiti usurari ad un tasso d’ interesse pari al 60% annuo circa, scontando assegni bancari postdatati. In buona sostanza i soggetti usurati sottoscrivevano contratti di mutuo fiduciari in bianco che solo successivamente venivano compilati con l’ indicazione dell’ avvenuto versamento di una somma di denaro in contanti, in realtà ben superiore a quella effettivamente prestata al fine di giustificare l’ entità del tasso d’ interesse preteso.

E’ chiaro che le somme effettivamente prestate erano di gran lunga inferiori, e tutto ciò per occultare i tassi d’ interesse usurari. A conferma di quanto appena scritto vi sono i 570 contratti di mutuo fiduciario in bianco, sottoscritti dai clienti dell’istituto finanziario e ad esso intestati, scoperti in seguito alla perquisizione del 5/5/2005, oltre a 226 assegni bancari originali, 13 dei quali situati presso l’ abitazione privata dei Paglialunga e 213 presso la Finanziaria, tutti ancora da negoziare per un importo complessivo di euro 787.486,83. Più precisamente, 20 di essi risultavano essere postdatati rispetto alla data della perquisizione e contestuale sequestro, 30 mancavano della data di emissione o essa era solo parzialmente riportata, 129 erano invece compilati con la data o l’ importo a matita.

In questa occasione, nell’ abitazione privata del prevenuto, furono sequestrati anche 88 effetti cambiari, per un importo complessivo di euro 28.859,61, privi però della data di emissione e scadenza. A tali fatti si aggiungono le dichiarazioni rese da alcuni soggetti usurati dalla citata Finanziaria tra il 1994 e il 2008.
In seguito a tali avvenimenti, con provvedimento del 12/1/2009 il G.I.P. presso il Tribunale di Lecce dispose il sequestro ai sensi dell’art. 321 c.p.p. e 12 sexies L.356/92 di tutto il patrimonio riconducibile al Paglialunga. In data 30 giugno 2009 il Paglialunga veniva rinviato a giudizio con l’ accusa  di aver commesso il reato di usura ai danni di imprenditori in precarie condizioni economiche.
Il processo dovrà provare l’ esistenza dei tassi usurai. In tal caso, il patrimonio che si accerta sia stato accumulato grazie ai prestiti a strozzo verrebbe confiscato.
Ma per arrivare ad un provvedimento di confisca si può seguire anche il percorso più snello intrapreso dalla D.I.A., percorso diverso e parallelo rispetto al sequestro preventivo mirato alla confisca prevista dall’art. 12 sexies L.356/92 perché basato sulla sproporzione tra i redditi dichiarati dal Paglialunga e la sua famiglia e le sue effettive disponibilità patrimoniali.  

“L’ attività d’ indagine – dichiara a tal proposito il maggiore Francesco Mazzotta che dirige il settore indagini patrimoniali della Direzione Investigativa Antimafia – ha portato a questi risultati grazie all’ efficacia degli interventi normativi in materia di misure di prevenzione e all’ agilità in termini di risultati di questo strumento normativo. Infatti nonostante il profilo comune tra il sequestro  di cui all’art. 12 sexies della legge 306/92 e quello in materia di misure di prevenzione sia l’ accertata sproporzione del patrimonio rispetto al reddito lecito del soggetto, le differenze strutturali fra i due istituti sono che la prima fattispecie prevede la sussistenza di una condanna o la riconducibilità del fatto in ipotesi delittuose normativamente previste in un giudizio di merito, mentre il sequestro antimafia presuppone l’ esistenza di indizi di appartenenza ad associazione mafiosa o di vivere con proventi derivanti da delitti, anche indipendentemente dalla pendenza di una indagine o di un processo in corso.

Le indagini – spiega il maggiore Mazzotta – hanno consentito di palesare le metodologie usate dalla finanziaria per la concessione di prestiti ad usura: gli usurati sottoscrivevano dei contratti di mutuo fiduciario in bianco. Tali contratti in un momento successivo all’erogazione del mutuo e all’insaputa del cliente venivano opportunamente compilati dalla finanziaria con l’indicazione dell’erogazione di una somma di denaro in tutto o in parte in contanti ed in misura superiore a quella reale e comunque in modo tale da far figurare legale il tasso d’interesse applicato. Quando l’usurato non riusciva a saldare il proprio debito, il Paglialunga lo costringeva a cedergli tutti i beni, attraverso la sottoscrizione di scritture private che in caso di insolvenza venivano dichiarate autentiche dal tribunale comportando il trasferimento immediato della proprietà”.

* da www.newcitizenpress.com

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link