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Pala San Teodoro simbolo del degrado urbano di Librino

Di Cesare Piccitto il . Sicilia

In nove minuti lo spaccato di un’ opera pubblica, necessaria al quartiere di Catania, lasciata all’incuria e al vandalismo. Un dettagliato servizio giornalistico che ci mostra in maniera fedele l’inefficenza e l’abbandono che l’amministrazione pubblica ha nei confronti del quartiere e dei suoi abitanti. Mentre scorrono i frame di “Librino: promesse e bugie”, se non si ascoltasse il forte accento nelle interviste, sembra di guardare Beirut dopo l’ultimo bombardamento israeliano: detriti da per tutto, mura letteralmente sventrate, buchi grandi come quelli provocati dai colpi di razzi, filo spinato a improbabile difesa dei ruderi rimasti. 

La struttura, al centro dell’inchiesta audiovisiva, è il centro polisportivo San Teodoro, sulla carta completato, ma di fatto inutilizzato. Come accade quasi sempre a Librino, le opere vengono iniziate, completate e poi non si sa chi debba gestirle. Bisogna capire cosa è Librino, per coprendere quando questa struttura sia necessaria per migliorarne la sua vivibilità. E’ un quartiere periferico a sud ovest della città di Catania, progettato intorno alla metà degli anni sessanta come città satellite modello. La progettazione venne affidata al famoso architetto giapponese Kenzo Tange, attualmente conta circa 70.000 abitanti.   Da decenni versa in stato di abbandono e degrado. Lo sport è il solo se non l’unico elemento di aggregazione giovanile sana. Il quartiere, nel corso del tempo è divenuto tristemente simbolo di criminalità (inferiore per intensità solo al quartiere di San Cristoforo), organizzata e non, che raggiunge l’apice nel “Palazzo di Cemento”, vero e proprio covo della criminalità organizzata del quartiere, nonché centro dei principali atti criminosi (spaccio di droga, traffico illegale di armi, ricettazione). Nonostante il lungo e instancabile lavoro delle associazioni di volontariato, le autorità preposte rimangono sorde alle esigenze del quartiere. La storia del San Teodoro ne è un esempio.  Questo impianto, costato circa 10 milioni di euro, venne consegnato incompleto nel 2003. Le palestre furono utilizzate per un periodo brevissimo poi, una volta abbandonate e senza alcun controllo da parte del Comune, subirono l’assalto dei vandali.

“Per il ripristino occorrerebbero – spiega l’ex assessore allo sport Antonio Scalia – 6-7 milioni di euro”. L’unica parte fruibile è il campo di calcio dove, dall’anno scorso, il Comune di Catania e il Calcio Catania hanno voluto “regalare un sogno a trecento bambini di Librino: una scuola calcio gratuita per diventare campioni nella vita e nello sport”. Così recitava lo spot pubblicitario della nuova scuola calcio, i cui numerosissimi partecipanti iniziali sono però drasticamente diminuiti nel giro di qualche mese.  L’AD del Calcio Catania Pietro Lo Monaco parla di 18 istruttori federali, Salvo Spadaro, consigliere della IX municipalità, racconta che gli allenamenti venivano gestiti da lui, da un altro consigliere e da alcuni volontari. Molti lamentano, inoltre, l’assenza dei servizi di manutenzione e pulizia, ma soprattutto di sorveglianza. La scuola dovrebbe ripartire tra breve, ma per il momento ci sono solo le tracce delle auto incendiate sul campo di calcio. Ultimo paradosso. A 300 metri dal San Teodoro ci sono i Briganti Rugby di Librino, costola del centro Iqbal Masih, che senza un campo in zona e col Santa Maria Goretti pressoché inagibile, sono costretti ad allenarsi a San Giovanni Galermo presso il Centro della cooperativa “Prospettiva”.

Il Pala San Teodoro poteva essere una risorsa per tutti, ma come a Villa Fazio, regnano sovrane incuria e degrado. 

Librino e i suoi edifici degradatiI video –

Hotel Librino – di Rosa Maria Di Natale

Librino Promesse e Bugie – Pala San Teodoro

I Vicerè – puntata di Report su Catania a cura di Sigfrido Ranucci

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