Vittoria, alleanze di mafia
Alessandro Aparo, Giovanni Rimmaudo e Salvatore Russotto, sarebbero stati i veri cardini di una presunta alleanza tra i clan di cosa nostra di Vittoria e Niscemi. Indicazione scaturita da un’indagine coordinata dalla Dda di Catania insieme agli uomini del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Ragusa e ai carabinieri del commissariato di Vittoria. I tre, infatti, avrebbero agito proprio allo scopo di saldare definitivamente il legame tra il gruppo vittoriese e quello niscemese. Alessandro Aparo, uno degli arrestati, era stato già fermato nell’ambito dell’indagine “Crazy Horse”, risalente allo scorso anno.
Secondo l’accusa, sarebbe stato proprio lui il killer contattato da Rosario Lombardo, Giuseppe Lodato e Alessandro Ficicchia, presunti appartenenti alla famiglia di cosa nostra di Niscemi, allo scopo di uccidere alcuni stretti parenti di due collaboratori di giustizia fuoriusciti dal gruppo. Le vittime prescelte, secondo gli inquirenti, sarebbero stati i figli di Antonino Pitrolo, già a capo della famiglia di Niscemi, e di Vincenzo Blanco. A novembre si aprirà il processo a carico dei tre.
Aparo, invece, era stato scarcerato su decisione di Andrea Reale, gip del Tribunale di Ragusa, che aveva escluso l’esistenza di un concreto rischio di fuga, accertando, inoltre, l’inconsistenza degli indizi a suo carico. Lo stesso Aparo, stando alla ricostruzione degli investigatori, dopo la scarcerazione avrebbe continuato a stringere rapporti con la famiglia di Niscemi, coinvolgendo anche Giovanni Rimmaudo e Salvatore Russotto. Molto importanti sarebbero state le rivelazioni del collaboratore Carmelo Piscopo, già ai vertici dell’omonima famiglia di Vittoria, e quelle di Antonino Pitrolo, per diversi anni vero capo, su sua stessa ammissione, della cosca di Niscemi.
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