L’Italia si dimentica di Gandhi e di San Francesco
Sabato 2 ottobre 2010, l’Onu celebretà la “Giornata
internazionale della nonviolenza”, ma all’Italia istituzionale e
mediatica non interessa. In programma non c’è niente. Non
un’iniziativa, non un discorso ufficiale, non una menzione. Ma che
volete: probabilmente, non sanno nemmeno che esiste la Giornata della
nonviolenza! E poi, perché mai politici e giornalisti dovrebbero
perdere tempo a parlar di pace e di nonviolenza? Con tutto quello che
hanno da fare! Lascia perdere!!
Il problema è che dopo il 2
viene il 4 ottobre. Altra “Giornata” da celebrare che governo e
istituzioni, giornali e TV hanno scelto di ignorare. Il problema è che,
a differenza del 21 settembre e del 2 ottobre, la Giornata del 4
ottobre non è stata istituita dall’Onu (organismo che da noi vale
quanto un paio di scarpe rotte) ma dallo stesso Parlamento Italiano.
“Il 4 ottobre – recita il testo di legge approvato all’unanimità nel
2005 – è considerato solennità civile e giornata della pace, della
fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni
diverse, in onore dei Santi Patroni speciali d’Italia San Francesco
d’Assisi e Santa Caterina da Siena. In occasione della solennità civile
del 4 ottobre sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri, in
particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, dedicati ai valori
universali indicati al primo comma di cui i Santi Patroni speciali
d’Italia sono espressione.” Niente di tutto questo (resistono solo le
tradizionali cerimonie assisane). E sì che di protezione l’Italia oggi
ne ha proprio un gran bisogno.
Se la nonviolenza non ci
interessa, occupiamoci almeno della violenza che sta dilagando dentro e
fuori i nostri confini. Da dove vogliamo cominciare? Dalla violenza
mafiosa e criminale che si è impossessata di tanta parte dell’economia
del nostro paese? O dalla gente che tutti i giorni subisce le sue
angherie? Dalla violenza con cui corrotti e corruttori stano uccidendo
la vita democratica del nostro paese? Oppure da quella che ci viene
inferta a piene mani da chi non paga le tasse e prospera
nell’illegalità e nell’abusivismo? Dalla violenza che domina il
dibattito politico e la vita delle nostre istituzioni? O dalla violenza
mediatica con cui stampa e TV cancellano la vita reale delle persone e
soffocano le loro grida di aiuto? Oppure dal modo con cui si impone il
bavaglio alla società civile responsabile? Di cosa vogliamo parlare?
Della violenza che si consuma dentro le mura domestiche contro le donne
e i bambini? O di quella che esplode nelle nostre città? E di quella
che stanno vivendo i tanti operai, insegnanti, impiegati che stanno
perdendo il lavoro? Della violenza sui bambini a cui viene negata la
mensa a scuola o di quella sui rom che cacciamo a forza dalle nostre
città? Vogliamo parlare della violenza con cui trattiamo e respingiamo
gli immigrati e chi fugge da miseria, guerre e persecuzioni? Oppure
vogliamo dedicare un po’ d’attenzione alla violenza che subiscono tutte
quelle persone che una politica dissennata ha impoverito e umiliato? O
della violenza sui giovani che oggi non riescono a trovare né un lavoro
né un futuro? E della violenza che la TV ci rovescia addosso tutti i
santi giorni a tutte le ore, che ne diciamo? E quella che usiamo per
distruggere l’ambiente in cui viviamo o per vivisezionare gli animali?
E di quella che sta facendo saltare il resto del mondo, quando ce ne
vogliamo occupare? Del sangue che scorre in Afghanistan, in Terra Santa
o in Somalia? Di quello che succede nelle carceri iraniane, birmane o
libiche? Gandhi e Capitini, per quest’anno, se ne faranno una ragione.
Voi invece, cari San Francesco e Santa Caterina, perdonateci se non vi
onoriamo come si deve. E aiutateci! Qui va a finire male.
* coordinatore nazionale della Tavola della Pace
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