Attentato intimidatorio nei confronti del direttore di Libero
Paura la scorsa notte a Milano per Maurizio Belpietro, direttore di Libero. Un uomo, travestito da finanziere, si e’ introdotto nello stabile dove abita il direttore, sotto scorta dal 2003. Armato di una pistola si e’ nascosto nel pianerottolo di casa Belpietro. Solo una causalita’, il cambio di abitudine del capo scorta che ha preferito scendere a piedi piuttosto che usare l’ascensore, ha consentito agli agenti di evitare il peggio.
L’uomo ha cercato di sparare un colpo al caposcorta ma, essendosi inceppata la pistola, si e’ dato alla fuga. Immediata la reazione da parte della Questura milanese che ha rafforzato la protezione nei confronti di Belpietro e, nel contempo, e’ stata in grado di fornire l’identikit dell’uomo. Dure le reazioni da parte del mondo politico. Solidarieta’ al direttore di Libero da parte di tutti i segretari dei partiti e degli organi istituzionali.
Il ministro Maroni dichiara “le forze di polizia stanno attentamente monitorando la situazione dell’ordine pubblico, non vogliamo che succedano cose che abbiamo gia’ visto anni fa”. Solidarieta’ anche dal mondo dell’informazione. Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa dichiara che e’ “molto grave e intollerabile la minaccia a mano armata a Belpietro, non accetteremo mai l’idea che sia possibile imporre il silwnzio delle voci che non si condividono attravertso la pratica dell’intimidazione incivile e violenta”. Non sono, tuttavia, mancate le polemiche.
Molti esponenti della maggioranza hanno puntato il dito contro il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, colpevole con il suo intervento contro il Presidente del Consiglio, definito “stupratore della democrazia”, di aver “avvelenato i toni”. Accuse rimandate al mittente da Di Pietro che invita la maggioranza a non nascondersi dietro questo atto. “Non si pensi – dichiara Di Pietro – che il comportamento di quel criminale possa far passare in cavalleria le malefatte del Governo”
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