Raffaele Lombardo ha chiesto il sequestro di Sud
“Sequestrate Sud”, ha ordinato
Lombardo. Fin dalla prima uscita, il numero zero, il free press, distribuito
a Catania, ha fatto infuriare il Governatore della Sicilia, Raffaele
Lombardo. Nella sua prima uscita Sud aveva pubblicato il presunto
“falso” certificato medico con cui Lombardo si sarebbe messo al
riparo dall’eventuale richiesta di arresto da parte della Procura
di Catania. Il sospetto che il certificato fosse un falso
è avvalorato dalle dichiarazioni del primario del Cannizzaro, Alberto
Lomeo, che si è rifiutato di firmarlo ed ha inviato tutto al procuratore
Capo Vincenzo D’Agata e ai principali pm catanesi.
“Nella mia qualità di primario – scrive Lomeo
– mi è stata consegnata perché apponessi la mia sottoscrizione, come
di norma, una cartella clinica stilata dal Dr Giuseppe D’Arrigo, dirigente
medico presso la nostra U.O., riguardante il predetto on. Lombardo.
Dall’esame degli esiti delle indagini esistenti nella cartella stessa,
ho rilevato che la diagnosi di “Aneurisma all’aorta” non sembra
corrispondere alle effettive condizioni del paziente”.
A poche ore dall’uscita del numero
zero di Sud, Lombardo, tramite i suoi legali, aveva chiesto 5 milioni
di euro di danni al “foglio gratuito”, come lo definì
nella conferenza stampa di smentita dei fatti pubblicati.
E ora alla vigilia del numero uno, i legali del Governatore hanno chiesto
il sequestro del giornale che doveva essere distribuito a partire da
oggi. La notizia della richiesta di sequestro
è stata confermata dalla Procura. Secondo il governatore ci sarebbero
informazioni riservate sul suo conto che potrebbero nuocere alle indagini
che lo riguardano per concorso esterno in associazione mafiosa, al quale
si è detto sempre estraneo.
Alle 16.30
di ieri la polizia ha bussato
alla porta della redazione con un ordine di esibizione firmato dal
procuratore Capo D’Agata e da due sostituti: Michelangelo Patanè
e Carmelo Zuccaro. L’ordine delle Procura
è un controllo preventivo dei contenuti del giornale non ancora in
distribuzione, «attuando una gravissima violazione dei diritti costituzionalmente
garantiti», denunciano dalla redazione di Sud.
Il tutto è scaturito dalla denuncia del governatore siciliano Raffaele
Lombardo indagato per concorso in associazione mafiosa.
«Il presidente Raffaele Lombardo e gli altri potenti di qualunque colore
politico – scrive sul sito il direttore di Sud Antonio Condorelli
– devono rassegnarsi all’esistenza di un nuovo free press senza padrini
e senza padroni. A parlare saranno le carte come
è avvenuto nel numero zero e come avverrà
nei prossimi numeri di Sud compreso quello in corso di stampa. Lombardo
potrà anche chiedere il sequestro di ogni edizione, ma questo non fermerà
il lavoro di chi crede nel dovere di informare e nel diritto dei cittadini
ad essere informati. A Catania il sistema politico mafioso dominante
ha messo in crisi ogni libertà e ogni diritto: appalti e burocrazia
sono condizionati da clientelismo e corruzione dilagante».
E dalla parte del direttore si
è schierata la società editrice del free press. In una nota gli editori
esprimono preoccupazione per quanto avvenuto.
«La società editrice di Sud – scrivono in una nota
– esprime sconcerto per le gravi ripetute intimidazioni ricevute a mezzo
stampa. Le insinuazioni rese pubblicamente dal presidente della regione
siciliana Raffaele Lombardo hanno reso indispensabile la citazione per
i danni causati e causanti all’immagine del giornale e della sua proprietà.
E’ stato dato incarico allo studio legale per intraprendere le azioni
necessarie per concretizzare la richiesta risarcitoria che, considerata
la gravità ed i contesti delle lesive affermazioni, non potrà
essere inferiore ai 10 milioni di euro con richiesta di immediato sequestro
cautelare di beni e indennità. La somma ricavata sarà
interamente destinata ad azioni volte all’affermazione dei diritti
di una stampa libera e indipendente».
Nella conferenza stampa di oggi a Catania
Condorelli ha dichiarato che il giornale uscirà
il prossimo 5 ottobre e sarà distribuito davanti la Procura a partire
dalle 10:00, nel corso della manifestazione indetta per la libertà
di stampa. «E’ il primo caso in Italia di richiesta di sequestro
preventivo di un giornale», commenta Antonio Condorelli che aggiunge:
«è la prima volta che ciò accade, tra l’altro senza passare dall’ufficio
del Gip, e dimostra l’inerzia della procura catanese nei confronti
dei colletti bianchi».
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