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Monteleone: “Mai abbassare la guardia, mai smettere di raccontare”

Di Anna Foti (da ReggioTv) il . Calabria

“Una pagina storica per la libertà di informazione, atteso che vi è poca memoria di casi in cui vi sia stata l’individuazione e l’arresto dei colpevoli di intimidazioni ai cronisti. Una grande risposta da parte dello Stato nella lotta al crimine mafioso, resa possibile dal contributo determinante della squadra mobile reggina. Non bisogna, però, abbassare la guardia, auspicando scelte legislative ad effettivo supporto dell’operato di magistrati e forze dell’ordine”

A dirlo, sottolineando l’irrilevanza del diverso colore delle divise quando si parla di forze dell’ordine che sfidano in fronte unico il crimine mafioso, è stato Antonino Monteleone, blogger e giornalista di Reggio Calabria intervistato da Reggio TV, oggi inviato della trasmissione Exit di La7.  Lo stesso, minacciato, intimidito lo scorso 5 febbraio quando sotto la sua abitazione venne dato fuoco alla sua auto, ha plaudito all’operato dello Stato per avere gettato luce di verità e giustizia sul vile atto di cui è stato bersaglio. Tra i 22 arrestati nella notte scorsa su richiesta della DDA reggina dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria, presunti affiliati alla clan Serraino, vi sono infatti anche coloro che lo hanno minacciato e che hanno poi dato fuoco alla sua macchina.

 “Un segno importante ma non è abbastanza, bisogna proseguire senza sosta per individuare i colpevoli anche degli altri attentati ai colleghi, auspicando che le maglie larghe della giustizia e gli espedienti giudiziari non vanifichino l’impegno di quello che considero un unico fronte di contrasto al crimine organizzato di stampo mafioso’. Monteleone ricorda infatti che il guardasigilli Angelino Alfano ha reperito, nelle pieghe di bilancio, solo 45 mila euro per rafforzare gli uffici del distretto reggino, da tempo afflitti da problemi di organico.  ‘Potrebbero esserci dei risvolti significativi in questa inchiesta, sarà interessante leggere le carte – ha proseguito Monteleone – anche perché ne potrebbero scaturire novità sugli assetti e sulle alleanze per il governo del territorio, atteso che oggi non si punta più all’accrescimento del potere di un’ unica famiglia ma sulla tutela di interessi più ampi promossi da accordi aventi ad oggetto speculazioni edilizie, aste truccate, appalti pilotati, traffici di droga, voti di scambio”, ha ribadito Monteleone, il quale anche in questa circostanza ha voluto evidenziare come sia fondamentale “lavorare senza sosta anche per l’individuazione dei mandanti e degli esecutori delle altre intimidazioni ai danni dei giornalisti calabresi, 15 solo nel 2010”.

Una considerazione suffragata da un dato allarmante e in aumento. 400 giornalisti italiani minacciati nel solo ultimo biennio, quelli denunciati dall’osservatorio Ossigeno sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate in Italia con la violenza, promosso da Federazione nazionale della stampa e Ordine nazionale dei giornalisti insieme con Libera informazione, Unione nazionale cronisti italiani e Articolo 21, diretto da Alberto Spampinato.  “Mai abbassare la guardia – ha concluso Antonino Monteleone – e mai smettere di raccontare come la mafia spadroneggi in questa terra, solo così cambieranno veramente le cose anche perché è proprio questo che ogni cronista dovrebbe fare”. 

E’ dal dovere di ciascuno, dunque, che ha inizio il cammino verso il cambiamento anche della Calabria.            

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