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Carbone pulito nel 2010, in Calabria

Di Anna Foti (www.reggiotv.it) il . Calabria

Una centrale a ‘carbone pulito ‘nel
2010, dalla potenza di 1300 megawatt nel sito abbandonato della ex
Liquichimica di Saline Joniche. Un progetto cui sarebbero contrarie
le istituzioni locali e regionali, oltre che cittadini e
associazioni. Eppure ieri nella cittadina ionica si è svolto un
incontro a porte chiuse, cui la stampa non è stata ammessa, tra
alcuni consiglieri comunali dell’amministrazione di Melito Porto
Salvo e una delegazione della Sei, (Società energia ioniche,
multinazionale elvetica composta da Ratia Energia consorziata con il
Gruppo Hera, Foster Wheeler ed APRI Sviluppo) che sta investendo un
miliardo di euro di capitale privato per la costruzione di una
centrale che produrrà energia, in una regione quale la Calabria che
ha deliberato contro questo progetto, seppur tardivamente, e che nel
suo piano regionale energetico ha un espresso veto verso questa fonte
non rinnovabile.

La delibera della Giunta regionale n.
676 del 2008, arriva infatti a conferenza dei servizi tecnicamente
sospesa, nell’attesa proprio di tale atto, dunque in pieno
procedimento autorizzativo già avviato. Una sospensione, quella
della conferenza dei servizi, che si rivelerà preziosa per la
società elvetica e che vanificherà invece la cogenza della delibera
regionale suddetta laddove con un escamotage legislativo contenuto
nel decreto anti crisi, convertito in legge nel gennaio 2009, le
procedure sospese in materia di energia prodotta, trasmessa e
distribuita con capitale privato, possono essere riattivate senza il
coinvolgimento degli enti locali, avvalendosi ove necessario dei
poteri di sostituzione e di deroga.

Gli aspetti degni nota non mancano se
si pensa anche alla frettolosa nomina dei componenti della
Commissione per la Valutazione di Impatto ambientale, protagonista
del procedimento autorizzativo, proprio nel giugno 2008 quando la Sei
comincia ad incontrare le varie rappresentanze del territorio
calabrese per la proposizione del vantaggioso progetto che porterà
il carbone pulito in Calabria nel 2010. Il carbone è ad oggi la
risorsa maggiormente a disposizione per i prossimi duecento anni, la
più duratura rispetto al petrolio e al gas, già ampiamente
consumati, ma è anche la maggiore fonte di produzione di CO2. Dunque
oggi investire in questa direzione, nell’epoca di Copenaghen e
dell’appello ai paesi del mondo di abbassare il limite di emissione
di CO2, appare quanto meno fortemente contraddittorio.

Secondo alcuni esperti, infatti, anche
la sofisticata tecnica tesa ad incrementare l’abbattimento di ossidi
di azoto e zolfo e quella denominata Ultra super critica a polverino
di carbone finalizzata alla maggiore redditività a parità di
emissioni ed alla massimizzazione dell’efficacia energetica del
carbone impiegato, non basterebbero a garantire la salubrità delle
emissioni di CO2 o l’inconsistenza dell’impatto delle stesse sulla
salute. Analoga garanzie non sarebbe direttamente desumibile dalla
rassicurazione, come quella della Sei, di mantenere bassi al 50 %, al
di sotto della soglia legittima, i limiti di concentrazione di
sostanze inquinanti dell’atmosfera.

E’ bene sapere che questo progetto,
nonostante le contestazioni, le prese di posizione pubbliche
trascorse ed ancora i tanti progetti accampati su quell’area di
rilancio turistico non solo è ancora in piede ma procede in un
silenzio che, trattandosi di energia, di impatto sull’ambiente e
sulla collettività, non è certamente dovuto alla necessità di
riservatezza.

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