Processo Domino, comune Bari e antiusura parte civili
Con la costituzione di parte civile del
Comune di Bari, della Fondazione Antiusura San Nicola e Santissimi
Medici e di quattro cittadini, è cominciata nel’aula ‘bunker’ di
Bitonto l’udienza preliminare del processo chiamato ‘Dominò. Il gup
del Tribunale di Bari Susanna De Felice dovrà decidere sulla
richiesta di rinvio a giudizio di 105 dei 132 indagati avanzata dal
pm della Dda Elisabetta Pugliese. Tra gli indagati anche i boss
baresi Savinuccio Parisi e Antonio Di Cosola, ritenuti a capo
dell’organizzazione criminale accusata di riciclare i proventi di
spaccio di droga, usura e rapine ai tir, in società e di un appalto
milionario. L’inchiesta portò il 30 novembre scorso all’arresto di
83 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di
tipo mafioso, tentativo di omicidio, traffico internazionale di
sostanze stupefacenti, usura, turbativa d’asta e riciclaggio, e al
sequestro di beni per 220 milioni di euro. L’udienza in cui si
deciderà per i rinvii a giudizio e le eventuali richieste di riti
alternativi è stata fissata per il 22 ottobre prossimo. La posizione
di alcuni professionisti è stata stralciata e affidata alla pm
Francesca Romana Pirrelli, che ha chiesto nel luglio scorso la
seconda proroga delle indagini. Tra questi vi sono gli avvocati
baresi Gianni Di Cagno, ex componente laico del Csm, Onofrio Sisto,
ex vicepresidente della Provincia di Bari, e Giacomo Porcelli, il
notaio Francesco Mazza, l’ex vicesindaco e l’ex assessore ai Lavori
Pubblici del Comune di Valenzano, e sei direttori di filiali di
banca. Questi – secondo l’accusa – coprivano Michele Labellarte,
presunto riciclatore dei proventi del clan Parisi-Stramaglia, morto a
settembre 2009. Per altri cinque indagati è stato chiesto il
giudizio immediato che consente alle parti di saltare l’udienza
preliminare e di andare direttamente a dibattimento.
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