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In Memoria di Giancarlo Siani

Di Don Tonino Palmese* il . Campania

Celebriamo
il XXV anniversario dell’uccisione di Giancarlo Siani, giornalista,
ed è ancora forte l’esigenza di VERITA’ e di GIUSTIZIA. In questi
anni, ho letto gli articoli di Giancarlo e mi sono confrontato con le
pellicole prodotte sulla vicenda Siani.

Mi dispiace, ma non riesco ad immaginare quale possa essere la VERITA’.
Non vorrei cadere sulle dietrologie giudiziarie perché non sono attrezzato
mentalmente dal punto di vista investigativo. Io non riesco a capire
quanto il giornale nel quale lavorava Giancarlo fosse direttamente,
trasversalmente, indirettamente o del tutto estraneo collegato ai poteri
criminali.  

Sono un prete salesiano, da anni referente regionale di LIBERA (Associazioni,
Nomi e Numeri Contro le Mafie) e questa esistenza e allo stesso tempo
militanza, mi fanno “giudicare” questa vicenda da una prospettiva
che è prima di tutto umana e allo stesso tempo assume una funzione
educativa. La magistratura è giunta alla conclusione che Giancarlo
è stato ucciso dalla camorra. La camorra che arma le mani dei killer,
in vista dell’esecuzione della condanna a morte.

Ma la camorra, ovviamente è anche altro e questo non lo può dimostrare
la giustizia. Quando penso alla vita di Giancarlo, anzi quando approfondisco
la biografia del giovane cronista ucciso venticinque anni fa, vedo il
contesto nel quale si organizzò la “condanna a morte” di Giancarlo,
da parte della camorra. Un contesto che oggi si perpetua e giungo pertanto
(con pudore) ad alcune conclusioni.  

È sistema
criminale la precarietà dei lavoratori. È sistema criminale, l’assunzione
di raccomandati. È sistema criminale, vivere in città brutte, violente
e ricche solo d’ignoranza. È sistema criminale, la politica che non
vede e peggio ancora quando collude con il crimine. È sistema criminale,
non “obbligare” le famiglie nel mandare i figli a scuola, ma allo
stesso tempo è un crimine non trovare una scuola aperta bella e umana.
È sistema criminale non far diventare i bambini ciò che sono: innocenti.
È sistema criminale, una informazione che ieri, come oggi si innamora
delle proprie tesi (magari prezzolate) e non descrive la vita della
gente, ma gli inciuci che distolgono l’attenzione dalla vita. È sistema
criminale, il mito dell’avere e dell’apparire che affollano le pagine
dei giornali e delle televisioni. È sistema criminale, la demagogia
che trasforma uomini mediocri, perché incapaci d’amare, in politici
e governanti che dovrebbero aver cura del bene comune, magari con la
scelta preferenziale dei più poveri. È sistema criminale, quando io
credente, oso dire: “addà ì accussì”.

Questo e tant’altro
hanno determinato l’uccisione di Giancarlo Siani. Eppure, una certezza
si fa consolazione e speranza: la memoria di Giancarlo ha messo in vita
tanto amore e tanto impegno, mentre il crimine e l’indifferenza dei
tanti si dissolve nel nulla.

Perciò, penso che Giancarlo
vive.

*Referente Libera campania –  Presidente onorario Federazione Internazionale “Città Sociale”

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