Vivere da giornalisti in Messico
Quella del quotidiano El Diario è un’iniziativa molto singolare perché
l’editoriale col titolo “Che cosa volete da noi?” si rivolge
direttamente agli uomini dei cartelli del narcotraffico. Solo pochi
giorni fa, infatti, era stato ucciso brutalmente un fotografo del
giornale. È triste che l’articolo riconosca gli esponenti della
criminalità organizzata come “l’autorità di fatto in questa città”. A
questi chiedono semplicemente cosa vogliono che sia scritto sul
giornale e cosa tenuto nascosto. “Non vogliamo altri morti. Non
vogliamo altri feriti né intimidazioni – si legge nell’articolo –. Non
possiamo esercitare la nostra professione in queste condizioni.
Spiegateci dunque cosa vi aspettate da noi come mezzo di
comunicazione”. Proprio perché si riconosce che quello in atto è un
conflitto, siano applicate delle regole come avviene in tutti i
conflitti. Di fatto la situazione è drammatica e chissà che
un’iniziativa tanto insolita non riesca ad aprire una breccia di vita
nel muro della violenza dei narcos. Nei prossimi giorni Libera ospiterà
due giornalisti messicani che parleranno nel corso del Festival della
rivista Internazionale a Ferrara e terranno varie conferenze in Italia
per dar conto della situazione in cui versa quel Paese. Un contributo,
modesto, per essere accanto a chi non riesce ad esercitare nemmeno il
proprio mestiere.
* da Mosaico dei Giorni
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