Operazione Illegal Bets

 Palermo e dintorni sono stati coinvolti nell’operazione “Illegal bets” che nelle prime ore del 21 settembre  ha portato il GIP del Tribunale di Palermo a emettere 16 provvedimenti di custodia cautelare. L’ operazione contro le scommesse clandestine ha visto l’azione di circa cento Carabinieri, concludendo un’iniziativa iniziata nel 2008 e che ha visto l’interessamento di persone coinvolte in una associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di ricezione di scommesse. Sotto la guida del Procuratore Aggiunto di Palermo Antonio Gatto e dei Sostituti procuratori Claudia Ferrari e Salvatore Leopardi, la compagnia dei Carabinieri di Misilmeri, ha lavorato in un vasto territorio dell’hinterland palermitano che va da Villabate, Ficarazzi,  Bagheria, Isola delle Femmine, Carini, Capaci e Partinico fino ad arrivare in Toscana. 

La Mister Winner – centro servizi telematici, veniva usata dall’organizzazione per effettuare puntate in questa regione, gestite da Giuseppe Vassallo commerciante di auto classe 1965 che, gravato di altre denunce, aveva il compito di raccogliere le scommesse nel Comune di Figline Valdarno, Rignano sull’Arno, in provincia di Firenze dove era domiciliato in località Poggiofrancoli ma con residenza a Empoli, sempre in provincia di Firenze. Si trattava di procacciare scommettitori che venivano invogliati a puntate clandestine su incontri di calcio della massima serie italiana e dei principali campionati europei attraverso allettanti prospettive di vincita. Coadiuvato da un sistema informatico proprio per la gestione delle puntate in nero e il pagamento delle vincite, sostituendo la loro organizzazione a quella legale delle agenzie concessionarie presso le quali lavoravano e che in sostanza, servivano da copertura.  

I vertici di questa organizzazione malavitosa, facevano capo a Enrico Splendore di 43 anni, coadiuvato da altri soggetti come Leonardo Rosario Siciliano affiliati alla “famiglia mafiosa” di Villabate. Alcuni dei soggetti che facevano parte di questa famiglia, erano stati recentemente tratti in arresto e condannati per fittizia intestazione di beni nel corso dell’operazione “Senza frontiere” dello scorso anno. L’indagine dei Carabinieri ha così  decapitato una organizzazione che lucrando cifre considerevoli, con ogni probabilità, sarebbero servite a finanziare altre illecite attività.