Nasce il Lombardo-Quater
Il quarto governo del presidente
Raffaele Lombardo è stato presentato martedì pomeriggio all’Assemblea
regionale siciliana con un intervento in aula del governatore. E’ un
esecutivo più che trasversale, con assessori di tutti i partiti, persino
del Partito Democratico. Esclusi gli uomini del Pdl. La rottura con
Gianfranco Micciché si è ormai definitivamente consumata. Il sottosegretario
augura all’ex alleato di “durare almeno un anno”. I due assessori
dell’area Micciché (Michele Cimino e Titti Bufardeci) hanno rassegnato
le loro dimissioni dalla giunta lunedì pomeriggio.
Manca qualche nome, ma il nuovo esecutivo, è quasi pronto.
“Non mi pare proprio che
abbia raggiunto i necessari equilibri’’, afferma scettica Rita Borsellino
sul varo della quarta giunta in due anni del governatore dell’isola
Raffaele Lombardo (Mpa); quest’ultimo è indagato, dalla Procura della Repubblica di Catania, per concorso
esterno in associazione mafiosa
perché in campagna elettorale avrebbe avuto il sostegno della mafia.
Nonostante queste accuse, Lombardo,
si troverebbe oggi alleato con l’ex presidente della commissione antimafia
Beppe Lumia (Pd).
C’è un precedente storico,
riguardo questa tipologia di giunta: alla fine degli anni ’50, il
governo targato Milazzo sostenuto dal Pci, accade oggi con il bollo
dell’Antimafia: per la Sicilia e’ una mezza rivoluzione, visto che
gli accordi politici tengono fuori l’intera Forza Italia insieme con
l’Udc, il blocco di potere nato dal 61 a zero che si e’ consolidato
negli anni del cuffarismo galoppante, che hanno trasformato definitivamente
la politica in business, con Cosa Nostra seduta al tavolo della spartizione
del denaro pubblico, dall’eolico ai termovalorizzatori. L’indagine
della procura di Catania, ormai avviata alla conclusione, sul governatore
si incarica di fornire una risposta ai dubbi sollevati da piu’ parti,
a cominciare dai mal di pancia della base del Pd assai scettici sulla
portata di una nuova Primavera. E se l’inedita alleanza Lombardo-Lumia
ha avuto l’indubbio merito di spezzare un sistema di potere politico-mafioso
raccolto attorno a Totò Cuffaro, appare interessante cio’ che accade
ai margini dell’asse di maggioranza, dove lo stesso Cuffaro, ormai
indesiderato nell’Udc di Pierferdinando Casini, prepara probabilmente
in grande stile un rientro in una versione ridotta della Democrazia
Cristiana: segretario regionale del partito del sottosegretario Giuseppe
Pizza è proprio Ninni Pisano, il vigile urbano che accompagno’ l’ex
governatore all’incontro di Bagheria con l’imprenditore mafioso
della sanità Michele Aiello.
Il passaggio in aula e il voto
finale è atteso per martedì prossimo, fino ad allora, non
sono escluse modifiche e sorprese. Dopo aver presentato ieri la giunta
che ha escluso gli assessori politici, questa mattina Raffaele Lombardo
si sottoporrà al dibattito dell’Assemblea regionale: “I miei amici
all’Ars sono cinquanta su novanta deputati ” sostiene sicuro il
governatore dell’Mpa. Ma, al di là dei numeri, il dibattito si preannuncia
infuocato, almeno a giudicare dalle prime schermaglie di ieri quando,
mentre Lombardo parlava in aula, dai banchi del centrodestra gli pioveva
addosso l’accusa di avere dato vita a un ribaltone. Il governatore ha
replicato alzando la voce: “A proposito del ribaltone ho detto
che se Fini esprime un dissenso a Roma, quello è ribaltone, se qua
un terzo della maggioranza di centrodestra ostacola la riforma sanitaria
e quella dei rifiuti (il riferimento è a Udc e Pdl, ndr), è coerenza?
E’ coerenza l’aggressione al presidente della Regione e al suo programma
che coerentemente porta avanti? Io dico che noi andiamo avanti su questa
strada con governi tecnici non impegnati in politica”. Del nuovo
governo, in quota Pd, faranno parte il docente di economia Mario Centorrino,
l’ex dirigente regionale Pier Carmelo Russo, l’ex componente della giunta
di Confindustria Sicilia Marco Venturi, tutti e tre confermati dal precedente
esecutivo. Confermati anche l’avvocato Gaetano Armao e i magistrati
Massimo Russo (ex pm della Direzione distrettuale antimafia) e Caterina
Chinnici (figlia del giudice assassinato da Cosa nostra nel 1983). Tutti
è tre sono riferibili direttamente a Lombardo come l’imprenditore agricolo
catanese Elio D’Antrassi che è uno dei nuovi ingressi.
In giunta entra il commissario nazionale antiracket e antiusura Giosuè
Marino che in passato ha ricoperto pure la carica di prefetto di Palermo.
La scelta di chiamarlo è stata attribuita al Pd anche se i democratici
non lo confermano ufficialmente. Debutto anche per Andrea Piraino docente
di giurisprudenza palermitano attribuito all’area dell’Udc di Casini.
L’Api di Rutelli sarà rappresentata da Sebastiano Messineo, professore
all’università dell’Aquila. Due gli assessori di area finiana: i burocrati
della Regione Letizia Di Liberti e Gian Maria Sparma. Ma Fli ha pressato
a lungo per la conferma di Nino Strano che ha subito il veto del Pd.
Strano è il dirigente ex An che mangiò la mortadella a Palazzo Madama
mentre cadeva il governo Prodi.
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