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Gioia Tauro: sequestrato container con 7 tonnellate di esplosivo

Di Gaetano Liardo il . Calabria

Latte in polvere. Normalissimo latte in polvere era quello che doveva trovarsi nel container sequestrato ieri sera dalle forze dell’ordine nel porto di Gioia Tauro. Gli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria, della Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, hanno trovato invece un carico “esplosivo”.  Sette tonnellate di T4, in dotazione a numerosi eserciti, su un’imbarcazione che dall’Iran era diretta in Siria. Il T4, conosciuto in termini scientifici come ciclotrimetilene trinitramina o Rdx, è uno dei principali componenti del C4. Esplosivi plastici per uso militare, ma non solo. La stagione delle stragi di mafia del ’92/’93 ha visto l’utilizzo di ordigni composti dal T4, così come tracce del potente esplosivo sono state ritrovate nelle bombe usate per la Strage della stazione di Bologna e del Rapido 904.

La situazione si complica. Se è vero che gli inquirenti hanno sempre controllato il porto di Gioia Tauro, uno tra i maggiori scali commerciali del Mediterraneo e centro di interessi per gli appetiti dei boss della ‘ndrangheta, il sequestro di ieri apre scenari più complessi. Non droga, ma armi per dotazioni militari, non destinate al nostro Paese ma alla Siria. Il porto di Gioia Tauro inserito nello scacchiere del traffico internazionale di armi, con le ‘ndrine che giocherebbero un ruolo di supporto logistico.  Sulla “novità” relativa al sequestro si basano le dichiarazione Pietro Grasso, Procuratore nazionale antimafia: «il porto di Gioia Tauro non finisce mai di sorprendere – afferma Grasso – bisogna chiarire perché l’esplosivo, sequestrato ieri sera e a quanto pare non destinato a obiettivi italiani, abbia fatto tappa nel porto calabrese provenendo dall’Iran ed essendo diretto in Siria. Senz’altro è un traffico molto fuori rotta». Ma che vede due protagonisti scomodi nello scenario internazionale. Siria e Iran, nemici giurati di Israele, inseriti dagli Usa nella lista degli “Stati canaglia”, stretti in una solida alleanza. L’Iran è accusata di fornire equipaggiamenti militari agli Hezbollah libanesi tramite il regime di Damasco, per proseguire la guerra di logoramento contro Tel Aviv. L’Iran, inoltre, nel tentativo di dotarsi della tecnologia necessaria per costruire armi nucleari, è soggetta ad un embargo da parte della Comunità internazionale. Teheran non può importare, né tanto meno esportare, armi o componenti utili per portare a compimento il processo di arricchimento dell’uranio impoverito.

Lo scacchiere si allarga. Il T4 sequestrato a Gioia Tauro era effettivamente diretto verso la Siria? Che ruolo hanno le ‘ndrine calabresi in questo traffico? Indagini complesse quelle che dovranno svolgere i magistrati della Dda d Reggio Calabria per trovare il bandolo di quella che sembra una matassa “esplosiva”.

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