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Caltanissetta: la camera di commercio in prima fila

Di Rosario Cauchi il . Emilia-Romagna, Sicilia

L’accordo concluso fra la Camera
di Commercio di Caltanissetta e quella di Reggio Emilia, destinato ad
impedire l’influenza criminale sull’ampio sistema economico delle due
aree,  risale allo scorso marzo, adesso i suoi effetti si estenderanno
all’intero territorio nazionale.
Ad annunciarlo, i presidenti
dei due enti: Antonello Montante, per la struttura nissena, ed Enrico
Bini per quella emiliana.
Un protocollo di legalità 
che verrà proposto alla conferenza dei reggenti di tutte le istituzioni
camerali italiane: l’obiettivo, semplice ma quanto mai difficile da
raggiungere, concerne la costruzione di un vero e proprio blocco all’accesso
della criminalità organizzata nel circuito economico legale. 

“I
gruppi mafiosi-secondo il vicepresidente di Confindustria Sicilia Antonello
Montante-mirano a creare un costante bisogno, tale da impedire a molte
imprese una normale sopravvivenza”.
“Il
problema mafia-aggiunge Enrico Bini – non deve essere analizzato solo
in una prospettiva meridionale, la criminalità organizzata, siciliana,
calabrese e campana, è giunta al nord, area che le consente un rafforzamento
del proprio fatturato, non bisogna nasconderlo, per questo un protocollo
che definisca regole certe va esteso all’intera penisola”. 

Perno essenziale del patto,
la possibilità, riconosciuta a tutti gli imprenditori che decidano
di denunciare i soprusi subiti, di accedere ad un insieme di agevolazioni,
utili al rilancio della propria attività.
Nascerà, inoltre, stando all’annuncio
lanciato da Montante e Bini, imprenditori più volte minacciati,
un coordinamento composto da tutti i presidenti delle Camere di Commercio
italiane incaricato di fungere da vero e proprio osservatorio dello
stato delle imprese sui territori di competenza.

“Le
mafie – ammettono i due imprenditori – riescono a speculare sulle difficoltà
di molte entità economiche italiane, soprattutto di quelle più piccole,
garantiscono prestiti quando le banche chiudono i cordoni delle borse,
per poi rilevare l’intera azienda una volta che la restituzione del
denaro sia divenuta impossibile”.
All’accordo si sono già 
unite anche le Camere di Commercio di Modena e Crotone.

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