Tutti i fuochi della Quinta mafia
Latina. Intorno alle ore 22 di sabato
18 settembre, un incendio ha distrutto una fattoria nella zona di San
Raffaele a Fondi. Oltre duecento animali sono morti tra le fiamme. Un
trattore andato distrutto e il casolare dell’azienda compromesso dal
fuoco, oltre alla stalla dove si trovavano le bestie. Questo è il
bilancio di una notte, in una frazione agricola di Fondi. Tutto fa
pensare ad un incendio doloso, visto che l’incendio si è sviluppato
in più punti della fattoria e si è esteso per quasi la totalità
dell’area dove si trovavano pollai e recinzioni. La notizia a Fondi e
dintorni, Latina compresa, non desta alcuno scalpore o
preoccupazione. Eppure la memoria va ad un passato recentissimo.
Infatti, l’area fondana, ha conosciuto vari incendi dolosi, veri e
propri attentati intimidatori o punitivi, nei confronti di imprese di
ogni genere.
Il 20 dicembre 2008 viene incendiato il capannone di
Giorgio Fiore, consigliere comunale dell’epoca, sulla via Appia.
Nella notte tra sabato 2 e domenica 3 maggio 2009, l’azienda di
imballaggi “Fidaleo” subisce un attentato incendiario che
distrugge oltre ventimila cassette di legno. E’ il quarto attentato
in meno di trenta giorni a Fondi. Il 6 maggio 2009 due attentati
nello stesso giorno: l’auto di un’imprenditrice fondana viene
bruciata; un incendio doloso danneggia i macchinari di un’impresa di
movimento terra, l’Elispanair, punita , probabilmente, perchè
“colpevole” di praticare prezzi troppo concorrenziali.
Nella notte tra domenica 17 e lunedi 18 maggio un incendio doloso
provoca danni per oltre centomila euro all’azienda ortofrutticola
“Cobal” di Fondi. Alle 2 e 30 del 3 settembre 2009
un’autobomba esplode nella centralissima via Spinete a Fondi. Un
autocarro furgonato, appartenente ad una ditta per la fornitura di
caffè a bar ed a ristoranti del sud Pontino viene distrutto.
Nel frattempo, ieri notte, a Gaeta,
altro centro del basso Lazio, sono state incendiate otto autovetture
ed un furgone. Anche in questa cittadina esistono dei precedenti.
All’inizio dell’estate, infatti, erano stati devastati dal fuoco due
chioschi di frutta, in due zone diverse del centro urbano, ma
appartenenti alla stessa famiglia di piccoli imprenditori. Anche in
quel caso, i vigli del fuoco avevano escluso l’accidentalità
dell’evento confermandone l’origine dolosa.
Ancora una volta si dirà, in
contrasto con l’evidenza testarda, che questi eventi sono scollegati
tra loro, che sono frutti nati dalle menti perverse di piromani
accaniti e chi afferma il contrario, verrà grossolanamente additato
come “uno che vede mafiosi ovunque”.Ancora una volta la quinta mafia mostra
i suoi potenti muscoli e sceglie di farlo con l’intimidazione del
fuoco.
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