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Ah che bellu caffè

Di Pietro Nardiello il . Campania

Un altro tassello per far comprendere
come, in Campania, l’economia legale sia inquinata e controllata da
quella illegale gestita dai clan della camorra. Niente di nuovo,
dunque, ci consente di conoscere l’ottima azione della Squadra
Mobile di Caserta che questa mattina ha eseguito undici ordinanze di
custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di
Napoli, su richiesta della DDA partenopea, nei confronti di
altrettanti affiliati alla fazione dei Casalesi, capeggiata da
Francesco Bidognetti, detto ‘Cicciotto ‘e mezzanotte’ ma per alcuni
mesi – dall’aprile del 2008 al gennaio del 2009 – saldamente in mano
al capo dell’ala stragista dell’organizzazione, Giuseppe Setola.

Gli indagati, tra cui lo stesso Setola,
sono accusati, tra l’altro, a vario titolo, di associazione per
delinquere di tipo camorristico, estorsioni aggravate e continuate,
porto e detenzione di armi e munizioni. Setola e gli altri
destinatari dei provvedimenti restrittivi sono ritenuti responsabili,
in particolare, di estorsioni a centinaia di titolari di bar e
caffetterie dell’agro aversano ed anche del litorale domiziano,
costretti, tra l’altro, ad acquistare una miscela di caffé, il
‘Caffe’ Nobis’, giudicata di pessima qualità, ad un normale prezzo
di mercato. L’acquisto del prodotto era imposto a titolari di bar ed
anche di salumerie da emissari del gruppo stragista. Le indagini
sulle estorsioni a titolari di bar ma anche di salumerie e
supermercati, furono avviate nell’ottobre di due anni fa, dopo il
ritrovamento in un covo di Setola a Trentola Ducenta, di un notevole
quantitativo di caffé ‘Nobis’, di fatture e di altra documentazione
relativa alla commercializzazione del prodotto, il cui marchio ha
preso il nome dal titolare di un bar di Trentola Ducenta, Giuseppe
Nobis, uno dei destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in
carcere eseguite questa mattina dalla squadra Mobile di Caserta.

Detto questo, indichiamo come non sia
la prima volta che la criminalità si interessa alla fatidica
bevanda, ricordiamo tutti il caso dello zucchero Ipam, adesso Kerò,
che fu di Dante Passerelli imprenditore legato alla famiglia di
Francesco, Sandokan, Schiavone, morto misteriosamente di notte
cadendo dal tetto della propria abitazione. Ma non c’è da
meravigliarsi perché basta osservare le diverse forniture presenti
negli esercizi commerciali della Campania, del Lazio e della Calabria
per capire le stranezze di questo mercato quasi sempre senza
concorrenza. Dalle acque minerali al latte, dal pane allo zucchero.
Tutti beni di prima necessità consigliati ai commercianti. Eccolo il
nuovo pizzo che taglia fuori dai circuiti economici chi vorrebbe
proporre i propri prodotti anche di qualità. All’avventore attento
non sfugge, quando entra in qualche esercizio commerciale, di
ritrovarsi dinanzi sempre agli stessi prodotti o di altre etichette
provenienti da alcune zone. Non si tratta solo di economia “casalese”
ma anche di marchi della provincia napoletana in abbinamento
esclusivo a quelli nazionali. Ah che bellu ccafè pure in carcere in
carcere o sanno fa…

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