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Buglione si è liberato da solo

Di Nello Trocchia il . Campania

C’era chi passeggiava nervosamente, ieri sera, in attesa di notizie, chi scrutava ogni movimento; familiari e parenti aspettavano Antonio Buglione, davanti alla sua casa a Saviano, il comune nolano un tempo regno e feudo di Carmine Alfieri, o ‘ntufat, oggi collaboratore di giustizia. L’abitazione superblindata dei Buglione sorge al fianco dell’Iss, international security service, il principale istituto di vigilanza della galassia di famiglia. Gli istituti di vigilanza in queste terre sono l’ultima spiaggia, per entrarci si fa di tutto e dopo lo stop prefettizio alla ditta di famiglia, molti giovani sono rimasti senza lavoro. Per questo gli esponenti dei partiti entrano in questo business per gestire posti di lavoro e voti. E ancora parlano di buona politica e democrazia.  

Un rapimento con richiesta di riscatto in terra di camorra aveva fatto dire agli inquirenti, ‘siamo cauti’, e, infatti, Buglione si sarebbe liberato da solo, chiamando i carabinieri da casa di un amico. Quanti misteri. Una terra ‘scoperta’ dove i clan emergenti e quelli dell’area vesuviana provano a spartirsi il grande  affare del racket, i Russo, Pasquale e Salvatore sono stati arrestati, ultimi baluardi del potere di Alfieri sul territorio. 
I giornali avevano titolato ‘Sequestrato l’imprenditore delle vigilanze’, Antonio Buglione è qualcosa di più, aderenze e amicizie con il mondo politico, burrasche giudiziarie alle spalle, rapporti che contano, una interdittiva antimafia sul groppone, in attesa dei ricorsi e dei nuovi pronunciamenti, il prossimo atteso ad inizio novembre ( in questa inchiesta ne raccontavo gli affari). Interdittiva che racconta di lavoratori disperati, assunzioni che saltano e disperazione a fior di pelle. Le agenzie, ieri, non hanno battuto comunicati di solidarietà nei confronti di Rosa Buglione, sindaco di Saviano, insegnante e sorella di Antonio. Esponente politico di primo piano nel panorama dei primi cittadini del nolano. Quando fu candidata, non mancarono le polemiche, visti i trascorsi e i severi giudizi contenuti nella sentenza di assoluzione a carico dei fratelli. Ma l’allora Margherita con Salvatore Piccolo, oggi commissario antimafia Pd, decise di puntare su Buglione; Rosa respinse le polemiche: ” Sono fiera del cognome che porto”.  
Gli affari sono affari e i Buglione, da decenni sulla piazza, ne hanno fatti di ogni genere. L’ultima inchiesta nella quale Antonio Buglione è finito indagato è relativa alla Gazzella Srl. E torniamo alla politica che tace. Vincenzo Nespoli, senatore Pdl e sindaco di Afragola, viene raggiunto da misura cautelare ai domiciliari per riciclaggio, bancarotta fraudolenta, violazione del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione alla Camera dei deputati., la Camera ha respinto l’autorizzazione all’arresto. Secondo la procura di Napoli, Nespoli era gestore occulto della Gazzella Srl, società fallita, oberata di debiti grazie alle assunzioni in cambio di pagamenti e ad una gestione aziendale scellerata. Un anno prima del fallimento, nel 2006, i clienti (banche, uffici, aziende) della Gazzella passano all’Iss, senza nessun corrispettivo( contribuendo al dissesto finanziario), i lavoratori che speravano in un reimpiego, restano senza lavoro. ” 
Enzo me li ha dati i clienti – diceva Antonio Buglione, secondo il racconto di diversi testimoni – ed  Enzo me li toglie”. Disperazione e tensione altissima in molti momenti di vita di quell’istituto davanti alla perdita del posto di lavoro, mentre Nespoli faceva o’ politico e Buglione l’imprenditore. Non solo con Nespoli ha fatto affari, anche con Gennaro Mola, Pd, ex assessore alla nettezza urbana del comune di Napoli. Manca un ultimo tassello: l’interdittiva antimafia. Lo stop prefettizio che ha mandato in strada i lavoratori, in fumo promesse e futuro.  La rete dei Buglione non e’ finita. Carmine e Antonio sono sotto processo per corruzione in un procedimento che li vede imputati con Roberto Conte, ex Verdi, ex Pd (corrente rutelliana), condannato in primo grado per camorra. 
La prefettura di Napoli adduce questo come ulteriore indizio della collusione della ditta di famiglia. Sembra assurdo, ma e’ cosi’. Una volta erano i politici che dovevano evitare frequentazioni, ora e’ il contrario. Carmine e Antonio finirono ai domiciliari nel 2008, avevano messo su una societa’, la Europa Immobiliare, dove Conte era socio occulto, che gestiva locali dati in affitto alla Regione Campania. Dal Pdl al Pd, passando per Conte, rieletto consigliere e nuovamente sospeso. Per questo la politica tace, mentre familiari e parenti festeggiano il ritorno di Antonio Buglione, l’imprenditore delle vigilanze che si è liberato da solo.

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