Mafia, sequestro beni per 1.5 mld
E’ Vito Nicastri, imprenditore di
Alcamo (Trapani) di 54 anni, arrestato nel novembre del 2009
nell’ambito dell’inchiesta antimafia sull’eolico, il destinatario
del provvedimento di maxisequestro di beni per un valore superiore a
1,5 miliardi di euro eseguito dalla Dia di Palermo e
Trapani.
Nicastri viene ritenuto dagli inquirenti vicino al boss
latitante trapanese Matteo Messina Denaro. Nicastri era finito in
manette a novembre per indebita percezione di contributi pubblici. Il
blitz antimafia era scattato al termine di una complessa indagine
che aveva portato alla luce un articolato sistema di truffa ai danni
dello Stato finalizzato all’indebita percezione di contributi
pubblici per
la realizzazione di parchi eolici. In manette erano
finite anche altre tre persone, Oreste Vigorito, di 63 anni di
Ercolano (Napoli) e presidente del Benevento Calcio, Ferdinando
Renzulli, 42 anni, di Avellino, e Vincenzo Dongarra’, 46 anni, di
Enna. L’accusa era per tutti associazione a delinquere finalizzata
alla truffa aggravata. Sequestrati in quell’occasione anche sei
impianti siciliani (tra Catania, Siracusa e Palermo) e uno sardo.
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