NEWS

Le società di vigilanza di Antonio Buglione

Di Daniela De Crescenzo il . Campania

Chi è Antonio Buglione, l’imprenditore rapito a Nola? Per capirlo basta sfogliare il rapporto del Gia (Gruppo ispettivo antimafia) che ha portato allo scioglimento dell’International Service, impresa di vigilanza di cui sarebbe stato socio occulto, e l’ordinanza con la quale il gip Alessandro Buccino Grimaldi ha inviato al Parlamento una richiesta di arresto nei confronti del parlamentare Vincenzo Nespoli che è anche sindaco di Afragola. Il Gia riporta la proposta con la quale nel ’96 la Dia chiedeva l’applicazione di misure di prevenzione nei confronti di Antonio Buglione e del fratello Carlo, suo socio in affari.

«I due soggetti proposti, Antonio e Carlo Buglione, titolari di istituti di vigilanza privata, (…) hanno consentito il sistematico controllo dell’area del nolano a favore della temutissima organizzazione camorristica facente capo al noto boss Carmine Alfieri», si legge nel verbale.  La carriera di Buglione, che è già stato vittima di un tentato omicidio, comincia quando diventa socio della “Nuova Vigilante” di cui è socio di maggioranza lo zio Gennaro Caccavale con il quale entra presto in rotta di collisione perché avrebbe cominciato a coltivare in proprio rapporti con la politica (in particolare con Carmine Mensorio, poi morto suicida dopo essere stato coinvolto nelle inchieste di tangentopoli) e con la malavita organizzata tramite Pietro Trombetta medico e consigliere comunale Dc poi morto in un agguato. Perciò esce dalla società e ne fonda un’altra “La nuova Vigilante di Antonio Buglione” e successivamente da vita all’Istituto europeo di vigilanza privata di cui erano soci anche Trombetta e Salvatore De Liso, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Contini. 

Con l’andare degli anni i fratelli danno vita a un crescente numero di imprese fino a quando nel ’92 Trombetta viene ucciso proprio nell’auto di Buglione: le loro imprese sarebbero entrate in lotta di collisione con quelle sponsorizzate dalle aziende di Marcianise. L’anno dopo viene ferito lo steso Buglione da sconosciuti che sparano da una Mercedes. Nel ’95 viene bruciata l’auto dell’imprenditore, che invece di denunciare il fatto nasconde il veicolo. Di Antonio Buglione parla anche Pasquale Galasso sostenendo che fosse in contatto con Alfieri. Perciò la Dia nella richiesta già citata conclude: «Si può senza dubbio affermare che i due proposti (i fratelli Buglione, ndr) abbiano costituito parte integrante e organica dell’organizzazione camorristica». Nel 2002, però, i fratelli Buglione vengono assolti dall’imputazione di associazione camorristica anche se, come riporta il Gia, nella sentenza vengono indicati come persone «prive di scrupoli».

Nel 2007, poi, i Buglione vengono coinvolti nella vicenda che porterà all’arresto dell’assessore regionale Roberto Conte (rieletto nel 2010 con il governatore Caldoro e mandato a casa come previsto dalla legge) che li avrebbe illecitamente favoriti in una serie di appalti concessi dalla Regione.  Antonio e Carlo sarebbero, poi, i proprietari di fatto della International Service, società fulminata dagli 007 della prefettura e verso la quale la società di vigilanza “La Gazzella”, di cui sarebbe socio occulto il deputato Pdl Vincenzo Nespoli, avrebbe dirottato gli appalti prima di fallire in maniera fraudolenta. I fratelli, però, avrebbero avuto amici in ogni schieramento: erano stati, infatti, anche soci in affari dell’ex assessore del Comune di Napoli Gennaro Mola del Pd. 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link