E se questo è il Festival forse non siamo pochi…
“Come è andato il Festival del giornalismo
a Modica?” Ora ve lo raccontiamo. Per esempio possiamo cominciare
da uno zaino in spalla, capelli biondi ed un biglietto Trapani – Modica;
oppure da chi manda i suoi a fare una gita fuori porta nel barocco modicano
per poter esserci; o anche da chi prende la macchina, si inerpica, attraversa
strade contorte e afose per presentarsi puntuale. C’è anche chi “Vi
posso dare una mano?” “Certo, grazie” e chi “datemi i volantini
che li porta da per tutto”. Ecco questo è la seconda edizione del
Festival del Giornalismo organizzata dal mensile locale Il Clandestino
a Modica, dal 25 al 28 agosto. Quattro giorni di dibattiti, interviste,
proiezioni, spettacoli, musica e soprattutto formazione.
Dai Nebrodi a Cariddi fino alla punta
Sud della Sicilia per poter imparare come fare un reportage fotografico
con Simone Donati o come si svolge un’inchiesta giornalistica con
Franco Fracassi. Quaranta ragazzi che si riuniscono ad Agosto, sfidando
i quaranta gradi e la tentazione di un bel bagno a mare. Sudati e stremati
con il condizionatore che perde colpi , ma contenti e soddisfatti.
Ma c’è ancora altro: Il festival
è stato l’epicentro di varie realtà, lontane, ostili tra di
loro o simili e vicine. Ma ognuna di queste si è armata di responsabilità
e si è messa in gioco per qualcosa che in fondo è l’obiettivo comune:
una informazione più libera. Anche questo è il Festival. Sedute a
cerchio le varie testate di base si sono confrontate ed hanno deciso
di fare un altro passo assieme. E poi c’è la mamma che prepara il
mangiare per i ragazzi dei workshop, oppure il vecchietto, il bastone
e 50 euro di pensione donata.
Ma ci sono anche tanti giornalisti
che dal palco hanno parlato del futuro del giornalismo in Sicilia o
di libertà di informazione; c’è stata Elena Fava, Roberto Rossi
e Roberta Mani, Riccardo Orioles, Antonello Mangano oppure Alberto Spampinato,
Gaetano Liardo, Renato Camarda, Bruno Tinti e tanti altri. Ci sono stati
i ragazzi di Corleone Dialogos e i No Triv. Ci sono stati i ragazzi
di Libera che hanno fondato, insieme al mondo associativo locale, il
presidio di Modica. Ci sono pure il cantastorie e il quintetto jazz
che “Ragazzi se vi serve musica state tranquilli” o c’è una tra
le band emergenti più importanti d’Italia, i Famelika, che
parte da Palermo per suonare al concerto conclusivo o chi prepara per
l’occasione uno spettacolo teatrale.
Insomma, il Festival è tutto
questo. Ma è anche il giornalismo con le pezze al culo e la schiena
dritta; è quel “neanche un passo indietro” promesso a Berlusconi,
contro la Legge Bavaglio, di un giovane giornalista siciliano. Ma se
il Festival c’è è anche perché da qualche parte, anzi da
tutte le parti, c’è qualcuno che il giornalismo lo fa a banconote
e a novanta gradi. O a macchine bruciate e pallottole. “E allora come
è andato il Festival?” “Bene, siamo sempre di più. Noi quelli
con la schiena dritta”.
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