Le nuove regole di Confindustria contro la mafia
Bastera’ un avviso di garanzia per associazione mafiosa o
concorso esterno per essere sospeso ed espulso da Confindustria
Palermo. Lega delle Cooperative e Ance, l’associazione degli edili.
Le tre organizzazioni datoriali hanno aderito al decalogo antiracket
proposto dall’associazione LiberoFuturo e da Addiopizzo, presentato a
Palermo nella facolta’ di Giurisprudenza.
Le nuove regole inaspriscono le sanzioni gia’ previste dalla
Confindustria nel proprio statuto per gli associati che non denunciano
di avere subito richieste dal racket del pizzo. Una svolta voluta dal
leader degli industriali Ivan Lo Bello e fatta propria da Emma
Mercegaglia, che adesso il neo presidente della Confindustria di
Palermo, Alessandro Albanese, rilancia con regole ancora piu’ ferree.
Il decalogo sara’ sottoscritto domani in occasione del 19/o anniversario
dell’assassinio dell’imprenditore Libero Grassi, ucciso nel 1991 per
essersi ribellato al pizzo. Per prevenire il fenomeno mafioso, tutelare e
difendere i propri iscritti, Confindustria, Ange e Legacoop hanno
deciso di integrare i rispettivi statuti con dieci nuove regole.
Il decalogo prevede l’attivazione di un servizio di assistenza per le
denunce e uno post-denuncia per aiutare gli imprenditori, vittime del
racket delle estorsioni, che decidono di collaborare con le forze
dell’ordine.
Inoltre impegna le associazioni a costituirsi parte civile nei processi,
dove sono presenti propri iscritti, contro gli estorsori e in quelli
contro imprenditori imputati dei reati di associazione mafiosa o
concorso esterno in associazione mafiosa.
Il decalogo prevede poi di rendere pubblico l’elenco aggiornato degli
associati e sostenere il movimento del Consumo critico di Addiopizzo,
invitando le imprese ad aderire.
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