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Jerry Masslo, 21 anni dopo

Di Michele Docimo il . Campania

Era il 25 Agosto del 1989 quando nelle campagne di Villa Literno veniva ucciso Jerry Essan Masslo, da una banda di balordi del luogo, per essere derubato dei pochi spiccioli guadagnati in una giornata intera passata nei campi a raccogliere pomodori.A ventuno anni di distanza l’associazione di volontariato medico che porta il suo nome ha voluto ricordare la figura di Jerry Masslo, martire della libertà ed è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione in fatto di politiche dell’immigrazione egli ultimi ventuno anni che, lo stesso, hanno visto scorrere molto altro sangue fino alla tremenda strage di San Gennaro di due anni fa.

“Una presenza, la nostra, oltre che doverosa, giusta che da anni garantiamo oltre alla commemorazione anche con altre iniziative – afferma Giopvanni Sannino della Fillea Cgil –  A fine luglio a Castelvolturno abbiamo organizzato un convegno della Cgil del settore edile per fare il punto sulla situazione dell’immigrazione. In quella sede abbiamo ricordato la tragedia che ha spezzato la vita di questo giovane combattente ed abbiamo deciso come sindacato delle costruzioni di svolgere fino in fondo la nostra parte a partire dalla denuncia ed alle azioni di contrasto al caporalato che in questa area si sta ulteriormente diffondendo in modo preoccupante a causa della crisi del settore.A settembre ripartiremo con la campagna nazionale “Siamo uomini o caporali?” al centro della campagna la richiesta di una legge che equipari il reato dicaporalato punito oggi con un’ammenda pecuniaria di appena cinquantamila lire al reato di tratta di esseri umani così come la Convenzione dell’Onu e larecente Convenzione di Lisbona prevede.

Questa non è una battaglia che vogliamo fare da soli ma insieme alle associazioni, i movimenti e, come si diceva un tempo, a tutte le persone di buona volontà”.”Nel corso di questi ultimi 21 anni, purtroppo, non sono diminuiti i casi di morte o di violenza nei confronti degli immigrati in questoterritorio – spiega Renato Natale, presidente dell’associazione di volontariato Medico Jerry Masslo, organizzatrice della commemorazione –  eppure vengono qui per portare a noi ricchezza perchè lavorano, portano sviluppo e sono una parte fondamentale dell’economia di queste zone. Senon impariamo ad accettare queste presenze e a valorizzarle noi non usciremo mai fuori da un degrado che è molto più generale e che non colpisce soltanto gliimmigrati ma colpisce l’intera comunità locale.

L’associazione porta il nome di Jerry Masslo innnanzitutto per fare in modo che questo nome non venisse dimenticato. E non è un caso che l’associazione opera ormai da ventun anni ed oggi sia possibile ricordarlo anche grazie alle attività dell’associazione di volontariato. La missione specifica della nostra associazione è quella di garantire il diritto alla salute delle popolazioni immigrate ma non solo a loro e lo facciamo con una serie di attività ed iniziative che sembrano, a volte, anche lontane dall’ambito specifico sanitario e continuiamo su questa strada grazie al lavoro e all’apporto di una quarantina di volontari provenienti da varie parti della regione Campania che anche in questo momento mentre noi siamo qui stanno lavorando sull’area domizia accompagnando persone all’ospedale o svolgendo altre attività di assistenza e di aiuto”.

“Il ricordo di per se non avrebbe grande significato – continua Natale nello spiegare lo spirito della manifestazione –  se non fosse il momento per ricominciare una battaglia o una lotta. Il ricordo di Jerry Masslo equivale a ricordare un martire per la libertà. Lui è morto venendo qui, inseguendo un sogno di libertà e si è scontrato con presenze criminali di questo territorio e con atteggiamenti che lui stesso definiva di grande intolleranza nei confronti di chi aveva la pelle di un colore diverso dalla maggioranza della popolazione. Ricordare questa vittima di ventuno anni fa: un lavoratore delle campagne che andava a raccogliere, da schoavo, i pomodori di queste terre, ricordarlo come un eroe così come dovremmo considerarlo sempre significa dare importanza e rispetto anche a tante altre persone di colore che in questa terra stanno lavorando, faticando e morendo. Un ricordo che serve a dare dignità e val ore ad ognuno di loro.A rappresentare il Comune di Villa Literno il giovane neo assessore Tammaro Della Corte “All’epoca dei fatti avevo quattro anni – rammenta l’amministratore comunale –  e ricordo ancora il clamore che suscitò l’episodio. Ho stampato nella mente gli atti di violenza che subivano i lavoratori immigrati. Oggi posso affermare con orgoglio che oggi Villa Literno è cambiata.

C’è stato un ricambio generazionale che ha messo da parte quell’ondata di intolleranza che c’era all’epoca dei fatti. I giovani si stanno adoperando per l’integrazione e dialogando con le varie comunità presenti sul territorio e tutto questo lo si sta facendo anche nel nome di Jerry Masslo – osserva Della Corte – un povero ragazzo giunto nel nostro paese per sfuggire alla fame, alla segregazione ed alla disperazione. Noi oggi abbiamo capito che le persone che vengono da lontano non viaggiano mai per piacere e dobbiamo fare di tutto per integrarli e farli partecipare anche alla vita pubblica”.Particolarmente toccante è stato il momento in cui dalle corone sono stati tolti dei fiori per onorare le diverse sepolture, senza nome e senza croci dei tanti immigrati che hanno perso la vita a Villa Literno a cui non è stato possibile nemmeno dare un’identità.

“A malincuore devo dire – afferma Jamal Qaddorah, responsabile Cgil Immigrazione – che dalla moerte di Jerry Masslo ad oggi le politiche riguardanti l’immigrazione sono oltremodo peggiorate. Il sacrificio di Jerry rappresenta la storia di ventuno anni fa ma è anche drammaticamente attuale. Lui era un rifugiato che scappava dall’apartheid ed oggi vediamo come ci sia questa politica dei respingimenti che non risparmia nemmeno i rifugiati – osserva il sindacalista – Jerry all’epoca lavorava per trecento lire ad ogni cassetta di pomodoro ed ancora oggi c’è schiavismo nei campi. In questi ultimi anni è aumentata nella politica una sorta di “cattiveria” verso l’immigrazione. Una cattiveria che è contro la storia e contro quello in cui credeva Jerry Masslo: la multiculturalità e la convivenza civile.

Ricordare oggi il sacrificio di Masslo può essere il lancio per una inversione di rotta. Una morte quindi invano quella di Jerry Masslo?  Tutte le morti sono invano. Non credo al sacrificio in sè. Credo alla vità che deve essere costruita sulla base di una convivenza civile fra le persone e frai popoli. Quello che è successo dobbiamo prenderla come lezione per fare in modo che da questi fatti ci sia il rilancio di un nuovo modo di fare politica: quella dell’intercultura, della convivenza civile, della cultura e dell’etica che in questo momento non esiste in questo paese e che noi dobbiamo riconquistare”.

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