Niscemi, l’ombra del racket delle estorsioni
Il periodo estivo è tradizionalmente quello più intenso per gli esattori del racket imposto alle attività commerciali del territorio nisseno, come confermato da inquirenti ed associazioni. La pista estorsiva, infatti, è quella maggiormente considerata dagli investigatori anche per le due esplosioni che hanno interessato le vie di Niscemi nelle ultime 48 ore. Ad essere colpite sono state un’officina meccanica ed una macelleria. Nel primo caso, l’attività commerciale di via Kennedy ha subito i danni più rilevanti alla saracinesca, completamente annerita dall’opera di presunti attentatori, con alcune taniche di benzina abbandonate proprio innanzi all’obiettivo preso di mira.
Ieri notte, invece, i locali interni della macelleria di via Gramsci sono stati cosparsi di liquido infiammabile, il conseguente incendio si è subito propagato generando una violenta esplosione, in grado di danneggiare la saracinesca e danneggiare il prospetto del palazzo sovrastante. Gli agenti del commissariato della Polizia di Stato di Niscemi hanno avviato le indagini, anche se la convinzione appare unica: la visita di alcuni esattori del racket. In entrambi i casi, i proprietari delle attività colpite hanno negato di aver ricevuto richieste di qualsiasi tipo. La dinamica dei due incendi, il periodo e la violenza degli accaduti, però, non sembrano lasciare spazio a molte interpretazioni.
L’assenza di precedenti minacce o richieste, stando agli inquirenti, potrebbe spiegarsi con un mutamento della strategia estorsiva. Negli ultimi anni, infatti, l’attentato incendiario non viene più compiuto per reagire ad eventuali risposte negative provenienti da commercianti o imprenditori, ma, preventivamente, allo scopo di far pervenire alla vittima prescelta un inequivocabile messaggio. La messa in regola, infatti, dovrebbe seguire alle fiamme. Ad agire sarebbero, nella maggior parte dei casi, giovani pronti ad appiccare le fiamme dietro l’ottenimento di una somma di denaro.
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