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La vittoria dei corleonesi onesti

Di Corleone Dialogos* il . Sicilia

Il 15 agosto a Corleone non è stata una giornata come le altre. L’ultimo bene confiscato alla mafia è tornato allo Stato e ai corleonesi onesti. Nel centro storico del paese, nel Cortile Colletti, in un immobile di due piani confiscati alla famiglia Provenzano, sono stati inaugurati la Bottega e il laboratorio della Legalità, dove saranno venduti i prodotti delle cooperative che lavorano nei terreni confiscati alla mafia e  si svolgeranno attività antimafia e culturali. Durante l’inaugurazione i giovani di Corleone Dialogos, associazione aderente a Libera e all’Arci, hanno raccolto le impressioni e l’opinione del presidente di Libera, Don Luigi Ciotti. (All’interno l’audio dell’intervista).

Don Ciotti, oggi è l’inizio o la fine di un percorso?

Qui nel ’97 venne un capo di Stato, la villa di Totò Riina fu in quella giornata confiscata e consegnata perchè diventasse la scuola agraria, oggi è diventata la caserma del comando della Guardia di Finanza, quindi c’è una continuità di attenzione, d’impegno, di scelte e positività. Oggi qui in quest’altra struttura confiscata alla famiglia Provenzano, si apre “La Bottega  e il Laboratorio della Legalità”. Siamo di fronte ad un altro bene confiscato: è segno che vince lo Stato sulla violenza criminale, mafiosa e soprattutto che questi beni, grazie a una legge del ’96, voluta fortemente da Libera, raccogliendo un milione di firme in Italia, vengono confiscati e riutilizzati a fine sociale. Questo ha permesso di aprire le cooperative di lavoro e in questa bottega verranno venduti i prodotti, frutto di speranza, di cambiamento, di giustizia. Sono i prodotti che arriveranno da tutte le cooperative di Italia che lavorano sui beni confiscati ai grandi boss, dalla Sicilia ad altre località d’Italia; anche questo segno di grande positività e grande attenzione.
 
Possiamo dire che oggi è un messaggio importante al Governo, per dire che a Corleone, chiamata “Capitale della mafia”, i beni vengono riutilizzati e quindi questi beni non devono essere venduti?

Dopo l’emendamento alla Finanziaria è stato introdotto un provvedimento che sancisce che i beni confiscati non verranno più venduti, se non in casi  eccezionali. Verranno messi all’asta, dunque, solo in casi particolari, come abbiamo sempre chiesto, e anche in quel caso verranno venduti ma con dei parametri di mercato che dovranno essere attenti e rispettati. Abbiamo voluto mettere dei paletti perchè sono importanti e necessari. Devo dire che importante è stato da parte di questo Governo, l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati. L’agenzia è fondamentale per seguire il sequestro, la confisca e la destinazione, ma estremamente importante è creare condizioni di maggiore incisività; creare una regolamentazione sui tipi di confisca che ci sono, rimettere ordine a tutto questo materiale, perchè ci sono vari tipi di confisca in Italia, dove alcune già prevedevano di vendere i beni confiscati, per recuperare denaro. Quindi avevamo leggi precedenti che prevedevano questo, non tenendo conto di quel meccanismo chiave e categorico che nel ’96 noi avevamo difeso, che questi beni non dovevano essere assolutamente venduti altrimenti i mafiosi, che con mille energie avrebbero cercato di comprarli nuovamente. Oggi quei paletti vengono messi, c’è un’agenzia che aspettiamo metta ordine in questi processi. Il vero nodo, però è che sul 42% di questi beni c’è un’ipoteca bancaria, quindi bisogna trovare una modalità affinchè le banche sblocchino queste ipoteche e si creino le condizioni in cui si possa operare per il meglio, altrimenti continueremo ad avere una marea di beni che restano bloccati e quindi inutilizzati.
 
* Leggi qui lo speciale di Corleone Dialogos

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