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Antonino Scopelliti, il giudice solo

Di Anna Foti da www.reggiotv.it il . Calabria

Entra in magistratura a soli 24 anni, svolge la carriera di magistrato requirente che inizia dal ruolo di wikipedia.org/wiki/Pubblico_Ministero” target=”_blank”>Pubblico Ministero presso laProcura della Repubblica di Roma, passa dalla Procura della Repubblica di Milano e approda alla Procura Generale presso la corte d’Appello e al ruolo di Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione.

Parliamo di Antonino Scopelliti, magistrato reggino, ucciso dalla ‘Ndrangheta su ordine di Cosa Nostra il 9 agosto del 1991. 

Diciannove anni fa accadeva questo a Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria, quando Rosanna la figlia, oggi ventiseienne e impegnata sul fronte della memoria come del cambiamento attraverso l’attività della fondazione che porta il nome del padre, era solo una bambina.

Era l’agosto del 1991 e Antonino Scopelliti. convinto che la sua terra e la sua gente non lo avrebbero mai colpito alle spalle e che dunque rifiutava la scorta, a  settembre avrebbe dovuto discutere le argomentazioni di rigetto dei ricorsi in Cassazione avverso le condanne nei confronti dei più importanti e pericolosi esponenti di Cosa Nostra nel primo maxiprocesso.

Da quel giorno e fino all’omicidio Fortugno nell’ottobre 2005 e alla successiva ribellione dei ragazzi di Locri, nessuna fiducia più nella Calabria era stata riposta da Rosanna e dalla sua famiglia. 

Adesso, nonostante l’indignazione di una sentenza ignobile che nel 2004 ha soltanto assolto, senza decretare alcun responsabile per l’omicidio di suo padre, giudice che la storia ha confermato essere stato solo, Rosanna si unisce alla voce di quei ragazzi.

Decide, infatti, di testimoniare che nessun cambiamento è possibile senza una cittadinanza attenta, vigile, coraggiosa e unita. Nel ricordo dell’ impegno di un uomo di legge contro la mafia e nel monito di una giustizia rimasta incompiuta, anche quest’anno Rosanna Scopelliti e la Fondazione intitolata a suo padre si sono fatte promotrici, accanto la movimento “E adesso ammazzateci Tutti” guidato da Aldo Pecora, dell’ormai consueto meeting giovanile nazionale Antimafia in svolgimento a piazza Duomo, “Legalitalia”. 

E’ lo stesso Salvo Boemi, magistrato in pensione, ora commissario della Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria, a ricordare che “negli anni ’93 e 94 tra i tre processi che impegnavano la DDA di Reggio Calabria, insieme al processo Olimpia, sulla seconda guerra di mafia reggina, e al processo per la morte di Lodovico Ligato, vi era proprio il processo per l’assassinio di Antonino Scopelliti”.  Nell’ambito di questo venne accertato l’asse ‘ndrangheta – cosa nostra che nulla aveva da guadagnare dalle condanne che quel maxiprocesso avrebbe procurato e che dunque ha cercato e trovato dei validi alleati calabresi per l’irreversibili disegno criminale. Una tesi che fu poi smantellata in appello. Il caso andrebbe forse riaperto ma solo in presenza di nuovi elementi.

Un’altra testimonianza di integrità individuale, di coraggio straordinario consegnatoci da una memoria vigile che ricerca ancora giustizia.

da www.reggiotv.it

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