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San Cataldo, progetto discarica bloccato dai guai giudiziari dal gruppo Maio

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

La possibile costruzione di una discarica di tipo “b” a San Cataldo non smette di produrre risvolti, in alcuni casi poco attesi.

Solo la scorsa settimana, a conclusione di un intenso consiglio comunale monotematico, era stata votata una mozione di opposizione al progetto.

Negli ultimi giorni, inoltre, la vicenda si è ulteriormente complicata. 

Il gruppo abruzzese interessato ad avviare i lavori in contrada “Marcato-Vallone”, infatti, è balzato agli onori delle cronache a seguito dell’operazione “Ragnatela”.

L’inchiesta ha individuato un presunto traffico di rifiuti pericolosi conferiti, in assenza dei necessari trattamenti, all’interno di comuni discariche, fra le quali la “Bleu” di Canosa di Puglia gestita dalla famiglia Maio, la stessa che si apprestava a depositare il progetto esecutivo per il sito nisseno. 

Attualmente, il patron dell’azienda Francesco Maio è sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora a Lanciano, sua città d’origine, ove riveste la carica di presidente onorario della locale squadra di calcio, al pari di Maurizio Campitelli, responsabile per conto dell’impresa della discarica pugliese.

La società, in una nota, sostiene che “si tratta di misure adottate solo per consentire ai magistrati interrogatori più celeri”. 

Il gruppo, però, non è  nuovo ad inchieste e condanne.

Alla fine di giugno, la Guardia di Finanza ha scoperto un presunto giro di fatture false, per importi vicini ai due milioni di euro, gestito, secondo gli stessi investigatori, dai vertici della “Maio Guglielmo srl”, entità guidata da Guglielmo Maio, figlio di Francesco.

Dietro questa fronde- hanno dichiarato gli inquirenti-c’è una vera e propria pianificazione internazionale”.

In aprile, invece, lo stesso Francesco Maio è stato condannato ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, con la sospensione della pena, a causa di un’evasione fiscale, protrattasi dal 2002 al 2005, favorevole agli interessi della “Bleu”. 

I vertici societari, ancora, attendono il giudizio del Tar di Catanzaro, essenziale per capire se la costruzione della grande discarica di Giammiglione, nel crotonese, potrà concretizzarsi dopo il parere negativo fornito della regione Calabria.

Intanto, il gruppo Maio ha già provveduto all’acquisto di 47 ettari di terreno proprio all’interno dell’area di contrada “Marcato-Vallone”, scelta per la realizzazione del progetto discarica, ma inadatta, secondo i residenti, “poiché vicina al centro abitato e sottoposta al rischio di ben cinque frane”. 

Giuseppe Di Forti, primo cittadino di San Cataldo, in questo periodo bersaglio di opposizione e comitati di tutela del territorio, ha voluto evitare ogni polemica.

Con un comunicato stampa del 30 luglio, a distanza praticamente di quindici giorni dall’operazione “Ragnatela”, ha precisato che “i fatti appresi tramite organi di stampa precludono ogni ulteriore contatto con la società interessata alla costruzione della discarica di contrada Marcato-Vallone”. 

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