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Oggi 29 luglio, presidio contro il bavaglio salvacricche e ammazzablog

Di Beppe Giulietti* il . L'analisi

La Federazione della Stampa, di intesa con tutte le associazioni che
hanno promosso la manifestazione del primo luglio scorso in piazza
Navona a Roma contro la legge bavaglio, ha deciso di promuovere per
oggi pomeriggio dalle 16 in poi davanti alla Camera dei deputati un
presidio di protesta in occasione dell’inizio della discussione della
legge sulle intercettazioni. Noi, come articolo 21, ci saremo, perchè
sarebbe un grave errore dare anche la sola impressione che il mondo
della informazione una volta intascata qualche modifica possa ritirarsi
in buon ordine, dando quasi l’impressione che il pericolo maggior sia
stato sventato.

Così non è e così non sarà. La legge resta
pessima, e non potrebbe essere diversamente, perchè questo testo è
stato concepito sin dall’inizio come un provvedimento che avrebbe
dovuto limitare il controllo di legalità, intralciare il lavoro dei
giudici e dei poliziotti, accrescere l’area dei segreti e delle
oscurità in un paese che ancora attende di essere informato sui misteri
che hanno condizionato e condizionano pesantemente la vita delle
istituzioni democratiche, basti pensare alla strage di via D’Amelio o a
piazza Fontana.

Un provvedimento così concepito, per quanto
modificato, non potrà che produrre frutti avvelanati e per questa
ragione, sino alla fine, dovremo continuare a batterci perchè sia
ritirato.

Se e quando dovesse essere approvato bisognerà tentare
tutte le strade possibili ed utilizzare tutte le sedi opportune, in
Italia e all’estero, per disattivare le norme medesime.

In ogni
caso, come ha scritto Stefano Rodotà su Repubblica, nel suo editoriale
di lunedì, questa legge continua ad essere pericolosa anche per la
libertà d’informazione e il diritto di cronaca. Se l’azione di legalità
sarà drasticamente ridotta, se le fonti della conoscenza del malaffare
e delle cricche saranno limitate, come non vedere che questo bavaglio
avrà delle conseguenze immediate sul lavoro dei giornalisti e dunque
sul diritto dei cittadini ad essere informati? Come se non bastasse,
per quale ragione i cronisti dovrebbero limitarsi a trascrivere solo
dei sunti persino delle intercettazioni non secretate e non eliminate
dopo l’udienza filtro?

Vi è infine un ultimo aspetto che non
dovrebbe essere trascurato da nessuno e tantomeno dai giornalisti di
professione e ci riferiamo alla volontà di equiparare, per ora solo
sotto l’aspetto del diritto alla rettifica, i blog e i siti ai giornali
tradizionali. In questo modo un blog o un sito che non dovesse riuscire
a fornire una rettifica entro le canoniche 48 ore potrebbe essere
sottosposto a interventi di tipo civile e penale ed essere così
costretto alla chiusura.

Si tratta di una vera bestialità tecnica e politica, per altro di difficile applicazione e di facile evasione.

Il
solo averla pensata, tuttavia, ci deve far riflettere sui veri intenti
di un provvedimento che, mai, in nessun passaggio, si è posto
l’obiettivo di incrementare l’area della trasparenza e delle libertà,
ma solo e soltanto di introdurre elementi di coperture per le cricche e
di lanciare segnali minacciosi verso chiunque si proponga di illuminare
le tante zone di oscurità che ci circondano.

Migliaia e migliaia
di cittadini hanno già firmato la petizione indirizzata al presidente
della Camera affinchè faccia sentire anche la sua voce contro questa
bestialità e l’appello sarà consegnato giovedì a tutti i parlamentari
in occasione del presidio. Chiunque abbia voglia di aggiungere la sua
firma potrà farlo utilizzando, tra gli altri, i siti di valigia blu,
del fatto quotidiano, di articolo 21, dove troveranno anche l’elenco
completo delle tante associazioni che ci stanno lavorando e delle tante
iniziative che già sono state promosse o annunciate.

Se tutto
dovesse andare male, infine, trasferiremo i nostri siti e i nostri blog
in Islanda dove invece hanno annunciato la costruzione di una sorta di
paradiso delle libertà della rete, da quel luogo di beatitudini
cominceremo a bombardare simbolicamente il cielo italico. Se un vulcano
islandese è riuscito a paralizzare i cieli e i voli, pensate cosa
potranno mai combinare migliaia di vulcani “mediatici” puntati sui
tetti delle logge e delle cricche.

* Micromega

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