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Carovana della memoria a Castelvolturno

Di Michele Docimo il . Campania

Dopo aver preso il via sabato scorso
(24/07) dalla Cascina Caccia alle porte di Torino, la ”Carovana della memoria
e dell’impegno”, (il viaggio dei giovani di Libera, protagonisti del Raduno
che si e’ tenuto poche settimane fa a Volvera, per ricordare le vittime delle
mafie, sottolineare l’impegno dei testimoni di giustizia e visitare i beni
confiscati alla criminalità organizzata) ha fatto tappa al campo di
Volontariato Estate Liberi di Castelvolturno.

Più di 20 ragazzi da tutta Italia che a bordo di minibus e
auto son passati da Torino a Roma, Latina, Milazzo, Polistena, Isola Capo
Rizzuto e oggi (28/07) hanno fatto visita al bene confiscato di Castel
Volturno, per un totale di oltre 3000 km in 5 giorni.

Alla fattoria di Castelvolturno, confiscata al clan Zaza e
che ospiterà la nascente cooperativa “le Terre di don Peppe Diana” la
carovana ha fatto visita agli oltre duecento volontari dei campi di Libera in
provincia di Caserta (oltre a quelli della cittadina rivierasca erano presenti
i volontari dei campi di San Cipriano d’Aversa e di Sessa Aurunca)

La risposta dei volontari è stata entusiasta
afferma Francesca Rispoli, tra i responsabili della carovana –  ci siamo
riconosciuti in un cammino di memoria e di impegno. Questi giovani sono persone
che hanno un qualcosa di straordinario: rinunciano alle proprie vacanze per
dare una mano e per lavorare sui beni confiscati.

Abbiamo anche incontrato persone che pur non conoscendo
da vicino la nostra associazione ne erano incuriosite e la carovana è stata un
modo per dimostrare loro che la rete nazionale antimafia esiste, è reale e che
va sempre più ampliandosi
“.

Al campo i volontari della Carovana hanno portato dei
barattoli contenenti terra liberata dalle mafie da Isola Capo Rizzuto ed hanno
prelevato del terreno da Castelvolturno che porteranno in un altro  bene a
venti chilometri da Torino confiscato alla ‘ndrangheta. Un gesto simbolico per
dimostrare che I’Italia è anche questa: quella che resiste, che si libera dalle
mafie e crea lavoro sui terreni sottratti allo strapotere dei clan  attraverso
le cooperative.

La ‘carovana della memoria e dell’impegno’ è dedicata,
quest’anno, alla memoria della collaboratrice di giustizia Rita Atria.
Rita Atria per noi è un ‘segnalibro’, un segnalibro
importante
– racconta Davide Mattiello della Carovana
Aveva appena diciott’anni nel 1992 quando a Roma gettandosi dal settimo piano
decise di farla finita. E’ per noi il simbolo di come la mafia uccide non solo
con il tritolo ed i proiettili ma anche con la solitudine, il silenzio e
l’indifferenza nella quale getta le persone che trovano il coraggio di
denunciare. Rita ha avuto il coraggio di denunciare, rompendo legami mafiosi
della sua famiglia e s’era affidata ad un pezzo di Stato che rispomdeva al nome
di Paolo Borsellino. Quando Paolo Borsellino è morto in via D’Amelio con i
ragazzi della sua scorta lei ha resistito una settimana. Poi la disperazione e
la solitudine le hanno fatto fare quel terribile salto nel vuoto. Per questo
per noi la memoria di Rita è importante perchè non devono più esserci persone
lasciate sole in questo paese solo perchè scelgono la giustiza
“.

Non è mancato, infine, un ricordo della figura di don Peppe
Diana il sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994 nella sua
parrocchia di Casal di Principe. “Don peppe è un testimone del proprio
tempo, un cittadino, un prete, una persona normale – commenta Mattiello –  che
in qualche modo avrebbe voluto vivere in questo Paese che ha così tanto bisogno
di verità e di giustizia ma che, allo stesso tempo, quando qualcuno chiama le
cose col proprio nome  prima viene insultato, poi infangato, ucciso e, da
morto, calunniato perchè se ne perda la memoria.

Questa è la tecnica mafiosa che è stata utilizzata per
far sì che don Peppe Diana fosse ricordato come un infame o non fosse per nulla
ricordato. E chiamare questi luoghi, queste terre col nome ‘le terre di don
Peppe Diana’ è la sconfitta più grande per la camorra. La memoria è stata
ripristinata, la camorra qui ha perso

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