Dalla memoria all’impegno
”E’ inutile che venite a trovarmi ogni giorno. Posso darvi in media una notizia ogni sei mesi. Il nostro è un impegno che si sviluppa in tempi molto lunghi. E se proprio dobbiamo parlare possiamo farlo solo a cose fatte”; in realtà Beppe Montana incontrò molto più spesso i giornalisti, poiché furono tante le operazioni di polizia condotte e tanti i latitanti catturati in quei tre anni di proficua attività investigativa. Montana era soprannominato dai colleghi Serpico per i suoi metodi investigativi poco teorici ma molto efficaci. E’ stato un poliziotto italiano commissario della squadra mobile di Palermo ucciso dalla mafia venticinque anni fa. Nato ad Agrigento, si trasferì poi a Catania dove crebbe, ottenne la laurea in Giurisprudenza e successivamente vinse il concorso per entrare nella Polizia. Importante, fra le altre, la sua collaborazione con il giudice Rocco Chinnici non solo nella “sfida” con Cosa Nostra, ma anche per il contributo all’educazione dei giovani (era dirigente del Sap ed era stato l’ideatore ed il principale animatore del comitato in memoria di Calogero Zucchetto), in materia di legalità. In seguito entrò a far parte della squadra mobile di Palermo. Il 28 luglio 1985 venne ucciso a colpi di pistola da un killer mentre era con la fidanzata a Porticello, frazione del comune di Santa Flavia, nei pressi del porto.Dal giorno della sua uccisione una lunga scia di sangue segnò quell’estate: in soli dieci giorni vennero assassinati tre investigatori della squadra mobile di Palermo, particolarmente esposta proprio perché molto efficiente.
“In quegli anni – ci racconta oggi Dario Montana, fratello di Beppe e coordinatore di Libera a Catania – vi è stata una vera e propria mattanza di uomini delle istituzioni. Vista a posteriori vi fu una decapitazione sequenziali: commissari di polizia, agenti, magistrati politici. Visto anche quello che sta emergendo oggi, da inchieste similari. Quello che emerge è un quadro d’insieme che oltre a una lettura di tipo storico impone di vedere tutto sotto una luce diversa, sembra vi sia stata una vera è propria regia dietro a molti dei delitti degli anni 80”. Dario si sofferma, nel racconto, anche nell’isolamento che Beppe e tutta la squadra catturandi in quegli anni vissero. Nonostante la mancanza di strumenti e di mezzi, le indagini andavano a buon fine con un unico cardine la straordinaria capacità e intelligenza investigativa di quegli uomini che operavano in quella calda estate siciliana. Nonostante tutte le difficoltà oggettive e ambientali, restavano uomini profondamente determinati nella lotta alla criminalità.
Un unico filo rosso – secondo Dario – contraddistingue tutti i servitori dello stato caduti in quegli anni: “lì legò quella straordinaria quanto agghiacciante consapevolezza di andare incontro alla morte. Tutti quelli che sono stati uccisi in quegli anni, magistrati e agenti, tutti sapevano benissimo chi sarebbe stato la prossima vittima. Nonostante tutto non hanno mai indietreggiato un solo istante”. Insieme a Dario, oltre a ricordare il tragico contesto storico, ci soffermiamo sulle indagini immediatamente dopo il delitto e su quella “doppiezza dello Stato” che anche sull’omicidio di suo fratello ha posto alcuni paletti al raggiungimento della verità sul delitto. “Sicuramente – dichiara Montana – c’è stato il solito cliché consolidato. All’indomani dell’omicidio di Boris Giuliano, ad esempio, i questori e gli inquirenti del tempo risulteranno essere iscritti alle logge massoniche. Nel caso di mio fratello il suo sostituto verrà poi radiato dalla polizia per motivi similari”.
Oggi, a 25 anni da quel delitto, la memoria si è positivamente trasformata in impegno. Nelle prime settimane di luglio è nata la prima cooperativa di Libera Terra su terreni delle province di Catania e Siracusa: è intitolata al Commissario Beppe Montana. La nuova cooperativa aderisce all’associazione Libera, e si aggiunge ai progetti già attivi in provincia di Palermo e alle aziende su beni confiscati in Calabria e Puglia. Quattro giovani soci lavoratori, selezionati per bando pubblico curato dalle Prefetture di Catania e Siracusa in collaborazione con Libera, gestiranno 75 ettari sui Comuni di Belpasso, Rammacca, Motta Sant’Anastasia e Lentini, con il supporto del Consorzio Etneo per la Legalità e lo Sviluppo. I terreni saranno coltivati in regime biologico, secondo le rispettive vocazioni tradizionali: dall’agrumeto, all’uliveto, dall’ortiva al seminativo. Prodotti come olio, conserve e farina saranno commercializzati col marchio Libera Terra, nel segno della creazione di opportunità di lavoro regolare e di produzioni di qualità, espressioni della ricchezza produttiva del territorio. Come sottolinea Dario Montana, la cooperativa è uno dei modi più bei modi per ricordare la figura del fratello. Anche la città di Catania, dove Beppe e cresciuto e si laureò, oggi commemora la figura di Beppe. “Questa città – conclude Montana – ha rimosso completamente la figura di mio fratello in questi 25 anni. Solo adesso il teatro del comprensorio scolastico Vespucci verrà intitolato a Beppe. Tutto accade a distanza di troppo tempo ma è anche questa una iniziativa che mi rallegra e che degnamente ricorda mio fratello”.
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