Processo “Orpheus” ancora due condanne per la tentata strage a Gela
La Corte d’Assise d’Appello
di Caltanissetta, mercoledì, ha confermato le condanne ai danni di
due affiliati alla stidda gelese.
A ricevere il verdetto sono
stati Salvatore Di Maggio e Nicola Liparoti, ritenuti responsabili del
reato di tentata strage.
Le pene fissate sono state
ridotte a 16 anni, per ciascuno, a fronte dei 20 combinati, invece,
in primo grado.
I fatti oggetto del processo
d’appello risalgono al novembre del 2005.
Spalleggiati da un terzo, giudicato
a sua volte di fronte al competente tribunale dei minori, gli imputati,
allo scopo di dare una lezione a chi si era permesso di biasimare la
loro costante attività di spaccio, appiccarono il fuoco all’interno
dell’androne di un palazzo, vicino alla zona scelta per la loro attività,
sbarrando anche il portone d’ingresso, di modo da impedire la fuga ai
condomini che li avevano denunciati.
Sia Salvatore Di Maggio che
Nicola Liparoti, attraverso gli avvocati Cristina Alfieri e Danilo Tipo,
nel corso del giudizio d’appello hanno, però, deciso di ammettere alcune
loro responsabilità, inducendo la corte all’applicazione di una riduzione
della pena.
L’operazione “Orpheus”,
alla base del processo celebratosi a Caltanissetta, scattò il 19 giugno
del 2008, coinvolgendo diversi affiliati al gruppo della stidda gelese.
Oltre a Di Maggio e Liparoti,
furono 5 gli arrestati, processati separatamente per altri fatti contestati.
Gli stiddari, stando all’accusa
confermata anche in altri giudizi, si erano dedicati allo spaccio di
sostanze stupefacenti ed alle estorsioni nei confronti di diversi imprenditori
della zona.
Venne addirittura inserito
un cacciavite all’interno della serratura del portone dello stabile:
si voleva bloccare l’uscita alle vittime prese di mira; la volontà
di una di queste, però, evitò il rischio di asfissia generato dalle
fiamme già alte nell’androne.
Il portone venne aperto, e
la tragedia evitata.
Trackback dal tuo sito.