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Campo dei Fiori, la mietitura del grano

Di Michele Docimo il . Campania

 Strada Statale Appia, a pochi metri dal bivio di Brezza all’ingresso di Masseria Pratilli degli autobus si fermano e fanno scendere una marea colorate di magliette rosse e blu. Sono i volontari dei Campi di Libera in provincia di Caserta. Oggi (22/07) è una giornata particolare: i volontari parteciperanno alla mietitura del grano seminato sui terreni confiscati di località Campo dei Fiori a qualche centinaia di metri dalla masseria.

«Oggi compiamo un altro piccolo passo – commenta Valerio Taglione referente provinciale di Libera Caserta – nel riappropriarci del nostro territorio. E lo facciamo attraverso la terra, la campagna. Un elemento che ci ha contraddistinto nella storia, nel corso dei secoli, e che riscopriamo oggi con la mietitura del grano. Un tassello importante nel cammino per la costruzione di comunità alternative alla camorra».Per il secondo anno consecutivo la raccolta del grano diventa una festa per i volontari che armati di zappe, pale e tanta buona volontà dopo la trebbiatura hanno ripulito i terreni un tempo appartenuti ai clan e che oggi, invece, sono stati restituiti alla collettività.  I ragazzi, provenienti da tutta Italia, hanno poi assaggiato i “paccheri di don Diana” prodotti artigianalmente dai pastai di Gragnano con le messi dell’anno precedente provenienti dagli stessi terreni.

«L’impegno della Camera di Commercio nel riuso dei beni confiscati è da sempre in prima linea – racconta il presidente dell’ente camerale Tommaso de Simone che ha assistito alle operazioni di trebbiatura ed alla conferenza stampa di presentazione dei paccheri – mi piace pensare che in questi luoghi dove i clan decidevano la sorte degli uomini oggi vengano utilizzati per raccogliere grano.  E’ un segnale fortissimo che danno le associazioni di volontariato e le associazioni di categoria insieme a tutte le istituzioni di questa provincia. Stiamo dimostrando che tutti assieme questa guerra la possiamo vincere con l’aiuto, ovviamente, dei magistrati e delle forze dell’ordine. Questa mietitura e raccolta del grano oggi è un segnale positivo di riscatto del territorio casertano. Qui dove l’agricoltura rappresenta il 16% del prodotto interno lordo ed è stata tra i primi settori ad essere assorbiti dalla cosiddetta “capacità imprenditoriale” dei clan camorristici c’è la riaffermazione del principio dello Stato.

I coltivatori e gli allevatori, oggi,  possono produrre senza il pesante “gap” che era rappresentato dalla criminalità organizzata».Entusiasta della giornata anche il presidente interprovinciale della Confederazione Italiana Agricoltori, Salvatore Ciardiello: «Posso tranquillamente affermare che oggi la totalità degli agricoltori di queste terre sono su questi campi. Le tre associazioni di categoria – puntualizza Ciardiello –  sono tutte presenti affianco a Libera e lo sono state fin dall’inizio con la semina dei terreni in Campo dei Fiori ed in quelli di Masseria Pratilli e con la propria attenzione e cura verso il raccolto. Già l’hanno scorso le tre sigle datoriali hanno prodotto con il grano di queste terre “i paccheri di don Diana” e continuano instancabilmente a lavorare a fianco dell’associazione  per l’affermazione della legalità. Siamo al lavoro anche per mettere la nostra etichetta sulla filiera bufalina. Con la nascita della cooperativa “le terre di don Peppe Diana” e la realizzazione del caseifici o, i nostri allevatori conferiranno il proprio latte biologico e si produrrà nelle terre di don Peppe Diana , per la prima volta, mozzarella biologica. Il nostro impegno, quindi, ed il segnale forte che intendiamo dare,  e credo che ci stiamo riuscendo,  è quello di ridare identità allo Stato ed alle associazioni in queste terre partendo da una sana imprenditoria e da prodotti a marchio di qualità».

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