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Operazione “Supernova”

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

Stando agli investigatori che si sono occupati dell’intera inchiesta, i due commercianti che sarebbero stati vessati da stidda e cosa nostra avrebbero sopportato costanti angherie e perdite economiche per quindici anni, dal 1992 al 2007.

Ma nella notte di martedì  il calvario si è concluso. 

Sono state sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip Lirio Conti.

Solo una è stata eseguita ai danni di un indagato in libertà, Marcello Scerra.

I presunti taglieggiatori sono volti noti alle forze dell’ordine, come confermato dal dirigente della Squadra Mobile di Caltanissetta Giovanni Giudice.

Oltre a Marcello Scerra, infatti, l’inchiesta ha coinvolto Salvatore Di Maggio, Rocco Ferlanda, Rosario Gueli, Carmelo Raniolo e Vincenzo Di Giacomo, tutti già in stato di detenzione. 

Si tratta di soggetti, affiliati ai gruppi di cosa nostra e stidda, protagonisti negli ultimi anni di diversi blitz anti-racket: l’ultimo, solo in ordine di tempo, era scattato nel febbraio dello scorso anno.

Alcuni di questi nomi, inoltre, si ritrovano negli elenchi degli indagati dell’indagine “Ibis”  del gennaio di due anni fa. Anche se non mancano i riferimenti ad altre operazioni, fra le maggiori “Munda mundis”, “Mantide” e “Biancone”. 

I due gruppi criminali, stando alle risultanze d’indagine, si sarebbero spartiti i profitti derivanti dalle imposizioni esercitate nei confronti dei gestori del locale.

La “tassa” da versare si sarebbe aggirata tra i 150 e i 300 euro, da pagare ad ogni ricorrenza festiva, compresi Natale, Pasqua e Ferragosto. 

Perdite assai rilevanti avrebbero indotto le vittime del ricatto a confidarsi: importante tramite, hanno riferito gli inquirenti, è stata l’associazione anti-racket “Gaetano Giordano”.

Il suo presidente Renzo Caponetti ha assicurato ai vessati la massima collaborazione, personale e delle forze dell’ordine: elementi che li hanno persuasi alla denuncia. 

Le descrizioni fornite agli inquirenti, inoltre, hanno trovato conferma nelle parole del collaboratore di giustizia Benedetto Zuppardo, in passato attivo membro della stidda gelese.

Un altro successo nella lotta tesa a bloccare definitivamente le fonti economiche dei gruppi criminali gelesi”, secondo i magistrati della Dda di Caltanissetta e i poliziotti della Squadra Mobile nissena.

Lo stesso Renzo Caponetti, in rappresentanza dell’associazione “Gaetano Giordano”, si è  detto felice e convinto che l’opera avviata darà ancora ulteriori frutti, “abbiamo conseguito, fino ad oggi, obiettivi che non hanno precedenti a livello nazionale, sono ormai più di 112 gli esercenti che abbiamo accompagnato nel lungo percorso che conduce alla denuncia degli estorsori”.

Si attendono, adesso, gli interrogatori di garanzia degli arrestati. 

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