Catania, processo padrini. Condannati dodici imputati
Ventitré anni di reclusione per 12 imputati, due assoluzioni per non aver commesso il fatto e un non doversi procedere: sono le cifre della sentenza del processo padrini emesse dal Gip di Catania, Dora Catena, su un intreccio mafia ed estorsione, nel catanese. Tra gli imputati condannati c’é anche l’ex assessore ai servizi sociali del comune di Paternò e primo degli eletti di Forza Italia in consiglio comunale, Carmelo Frisenna, 39 anni, il quale è stato condannato a cinque anni di reclusione per associazione mafiosa e al risarcimento danni in favore dello stesso ente pubblico. Le altre condanne riguardano imprenditori ed esponenti della cosca Assinnata, compreso il presunto boss Salvatore, che è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per associazione mafiosa in continuità con lo stesso reato che aveva già commesso e per il quale era già stato condannato. Secondo l’accusa Carmelo Frisenna era “strutturalmente e organicamente inserito nel clan” Santapaola-Ercolano e “rappresentava un avamposto dell’organizzazione all’interno del dell’amministrazione comunale”. Frisenna è stato citato anche dal presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo, in un suo intervento all’assemblea regionale siciliana che è stato acquisito dalla procura della Repubblica di Messina che indaga sulla fuga di notizie di indagini del Ros a Catania. In una intercettazione agli atti dell’inchiesta Frisenna avrebbe detto, secondo quanto riportato anche da diversi atti pubblici, che “Lombardo muore di morte naturale perché lo fanno attaccare, e c’é pure la sinistra…”.
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