Sfregio alle statue di Falcone e Borsellino
«E’ un atto vile e disgustoso quello di chi ha sfregiato le statue di Falcone e Borsellino a Palermo, così come ferisce l’omertà che c’è ancora attorno a quel gesto, un’omertà che non appartiene a tutti i palermitani e siciliani onesti. Ma è un atto che dimostra paradossalmente quanto sia intensa la forza
simbolica di quei volti, che lo scultore ha deciso giustamente di raffigurare su una panchina, in un contesto di vita urbana e di quotidianità, a segno di come Giovanni e Paolo – e con loro Francesca, Rocco, Vito, Antonio, Agostino, Emanuela, Vincenzo, Walter, Claudio – siano ormai dentro la coscienza di tanti di noi. A 18 anni da Capaci e via d’Amelio quella memoria, come quella di tutte le vittime innocenti delle mafie, si poggia non su piedistalli, non su parole d’occasione, non su celebrazioni retoriche, ma sull’impegno di tutte le persone che si mettono ogni giorno in gioco per costruire democrazia e giustizia sociale, dicendo no alle mafie e a tutte le forme di illegalità, di sfruttamento e di corruzione che delle mafie sono l’anticamera.
Ed è un impegno che non può essere vandalizzato né fermato. Che anzi trova da queste offese una ragione di più per allargarsi e rafforzarsi, per fare in modo che il nostro paese assomigli a quello che avevano nel cuore Giovanni, Paolo e tutte le persone che hanno dato la vita per la democrazia».
* presidente di Libera e Gruppo Abele
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