Parcheggio di Caposoprano, si apre il giudizio penale
Di fronte al giudice monocratico del
Tribunale di Gela Fabio Antezza, si è aperto un importante processo
penale, quello scaturito da talune irregolarità concernenti
l’appalto, da quasi due milioni di euro, per la realizzazione del
grande parcheggio di Caposoprano. Un’opera assegnata nel corso
dell’ultima sindacatura dell’attuale europarlamentare Rosario
Crocetta, al centro, però, di diversi giudizi. A rispondere dei fatti contestati,
relativi a forniture di calcestruzzo depotenziato, l’impresa
“Calcestruzzi Sansone srl” di Niscemi e il suo titolare Vincenzo
Sansone; parti civili, invece, si sono costituite l’ex general
contractor “Gsm srl” di Paternò e la sua precedente proprietà
rappresentata dall’imprenditore Gaetano Di Stefano.
L’appalto milionario venne revocato
all’azienda etnea a seguito di svariate denunce della locale
Fillea-Cgil, tutte presentate nel periodo ricompreso tra il dicembre
del 2007 e il gennaio del 2008, e la conseguente emissione da parte
della Prefettura di Caltanissetta di un’informativa antimafia
negativa. I lavori, oggi in via di conclusione,
dopo diverse sospensioni vennero attribuiti all’Ati composta dalla
“Tecnis spa” di Tremestieri Etneo e dalla gelese “Cannilla
Massimo Claudio”. Gli avvocati Pietro Marino e Giovanna
Catania, che assistono rispettivamente la “Gsm srl” e
l’imprenditore Gaetano Di Stefano, hanno fatto rilevare in aula gli
enormi danni subiti dall’azienda e dal suo gestore, legati alle
presunte forniture irregolari della “Calcestruzzi Sansone srl”. La “Gsm srl” ha, infatti, richiesto
al giudice Antezza un risarcimento pari a 5 milioni di euro, connesso
agli effetti a catena prodotti dalla revoca dell’appalto gelese, fra
i quali l’attuale stato di decozione del gruppo.
In aula non era presente il difensore
del gruppo niscemese, l’avvocato Saverio Adamo. La prossima udienza è stata fissata
per il 17 marzo del 2011, allo scopo di sentire l’imprenditore Di
Stefano. Quello per la realizzazione del
parcheggio di Caposoprano, del resto, è un appalto che ha fatto
spesso discutere, attirando l’attenzione degli inquirenti. Proprio nel gennaio dello scorso anno,
a seguito degli esiti della maxi operazione antimafia
“Atlantide-Mercurio”, per la quale è in corso un parallelo
procedimento penale, vennero individuate talune presunte interferenze
del clan Madonia all’interno del cantiere. L’esponente del clan mafioso Carmelo
Barbieri, ora nuovo collaboratore di giustizia, avrebbe imposto alla
“Gsm srl” il pagamento di una somma pari al 2% dell’intero
appalto, per un totale di 30 mila euro.
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