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Nasce a Roma l’Agenzia per i beni confiscati

Di Giorgio Ruta e Stefano Fantino il . Lazio

L’agenzia nazionale
per i beni confiscati approda a Roma. A pochi mesi dalla nascita
operativa della sede principale di Reggio di Calabria, la necessità
di inserire l’agenzia in un contesto istituzionale si è
concretizzata nella creazione di questa sede “secondaria”. A
spiegarne la’opportunità è stato il prefetto Morcone, che dirigerà
l’agenzia: «La presenza su Roma è dovuta a importanti funzioni di
collegamento, con Ministero degli Interni e della Giustizia in
primis
, ma anche con il Demanio e lo stesso Parlamento».

In via dei Prefetti 22, vicino alla
bottega dei Sapori e dei Saperi dove Libera vende prodotti
provenienti dai beni sottratti alle mafie è così stata
ufficialmente presentata la sede operativa romana. Oltre a Morcone
presente anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha
annunciato insieme al prefetto, che, dopo Roma, anche altre città
diventeranno sedi di agenzia, prime fra tutte Palermo, Napoli e
Milano, a sottolineare il gran numero di beni presenti in Lombardia.
Quindi non solo Sud, ma anche Milano cuore economico profondamente
inquinato dalle mafie. Solo in Lombardia si hanno  906 beni
confiscati; più di una regione come la Puglia. Maroni nel suo intervento ha ricordato
il valore «culturale della destinazione dei beni, segno di uno Stato
che c’è e che restituisce ciò che è stato preso dalle mafie». Il
titolare del Viminale ha inoltre sottolineato l’importanza di
collaborazione con il mondo dell’economia, centro del potere mafioso.
Una puntualizzazione sul sequestro di molte aziende: «In questo caso
ci compete un lavoro delicato visto che dietro quei beni ci sono
posti di lavoro che non si devono perdere».

 

Il prefetto Morcone non si spinge a
fare bilanci a due mesi dall’inizio dell’attività dell’agenzia,
ma si dimostra soddisfatto: «È un momento di grande marasma nel
quale però stiamo facendo tante cose positive che ci danno molta
soddisfazione. Aver cominciato con la destinazione della casa di
Badalamenti, aver continuato con quella di Michele Zaza e il 15
agosto con la casa di Provenzano ci rende sinceramente orgogliosi. E
siamo pure molto orgogliosi dei rapporti con il mondo associativo, in
primis Libera». Buoni risultati che devono fare i conti con alcuni
problemi, anche gravi: «Servono, e il ministro lo sa, più risorse
umane. Spero sia un’operazione che faremo presto, ci vogliono
professionalità. Il ministro parlava di una cabina di regia di 30
persone ma a noi servono 150 persone. Non sarà uno sforzo enorme per
le finanze pubbliche, anche perché le entrate per le casse saranno
notevoli».Non sono solo problemi di risorse umane quelli a cui deve
far fronte l’agenzia. Ci sono i rapporti con gli istituti di
credito da definire: «Io credo che questi devono fare la loro parte.
Non significa che devono rimetterci ma che devono mettersi al pari
con la società civile organizzata».

A margine della conferenza, Maroni,
incalzato dai cronisti ha assicurato che con le ultime modifiche al
ddl intercettazioni si può «dire che le indagini sulla mafia sono
escluse da limitazioni». Il ministro ha fatto riferimento agli
emendamenti che prevedono l’esclusione dalle limitazioni per i cosi’
detti ‘reati spia’, che era la preoccupazione piu’ grave e fondata
del procuratore Grasso e del procuratore Pignatone.

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