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Caltanissetta, il verdetto del processo “Gheppio”

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

Ieri, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Caltanissetta Francesco Lauricella ha emesso il suo verdetto circa il procedimento generato dall’inchiesta antimafia “Gheppio”.I due imputati Maurizio La Rosa e Maurizio Trubia sono stati condannati a pene per complessivi sedici anni di detenzione.
Ad entrambi, infatti, sono stati inflitti otto anni, a fronte dei ventuno totali richiesti dal pubblico ministero Gabriele Paci, sostituto procuratore della Dda nissena.Secondo la decisione, infatti, i due imputati devono ritenersi affiliati al clan Emmanuello di Gela ma non possono descriversi alla stregua di capi del sodalizio, come ricostruito, invece, dai magistrati di Caltanissetta.

Altra accusa già decaduta in fase d’indagine, quella che legava le mosse di La Rosa e Trubia alla definizione di un piano strategico teso all’eliminazione dell’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta e di alcuni commercianti, ribellatisi alle richieste estorsive formulate da affiliati del clan Emmanuello.Mentre Maurizio La Rosa, dopo un breve periodo di sottoposizione al regime carcerario del 41 bis, continuerà a scontare la pena in assenza del particolare trattamento detentivo, Maurizio Trubia, al contrario, è ancora soggetto al carcere duro, anche se i suoi difensori tenteranno di utilizzare il verdetto di ieri per ottenerne la revoca.Per entrambi il provvedimento che imponeva il particolare regime era stato richiesto e firmato dal Ministro della Giustizia Angelino Alfano.I due imputati, dunque, stando alle conclusioni del giudice Lauricella, intervenute dopo le richieste dei difensori dei due gelesi di accedere al giudizio abbreviato, non si sarebbero occupati di gestire il gruppo Emmanuello a seguito degli arresti delle altre figure di vertice e la morte dell’indiscusso capo Daniele Emmanuello.

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