Rifugiati e richiedenti asilo
43,3 milioni di persone sono forzatamente costrette a lasciare il proprio paese. Rifugiati, richiedenti asilo, sfollati interni. Una marea di disperati che cerca rifugio da guerre, violenze, conflitti, fame, carestie. Una fuga che spesso diventa definitiva. Sempre meno persone, infatti, rientrano nel paese di origine. Chi ci riesce lo fa dopo molti anni, vissuti per lo più in condizioni difficili, se non degradanti. L’Unchr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite sui rifugiati, che ha sotto la propria responsabilità quasi 37 milioni di persone, cerca di creare rapporti di collaborazione con i paesi “ospitanti” per garantire una vita migliore ai rifugiati.
Un compito certamente non facile, sia per l’enorme numero di disperati di cui prendersi cura, di fatto la popolazione di un paese di media grandezza, che per i rapporti spesso non facili con i paesi ospiti. Dalle pagine del rapporto vengono fuori dei dati molto preoccupanti. I maggiori paesi di origine dei rifugiati sono: l’Afghanistan, l’Iraq, la Somalia, la Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, la Colombia, fino alla piccola Eritrea. Un rifugiato su quattro è afghano. Dal paese centro asiatico sono fuggite 2.887.000 persone. Dall’Iraq devastato dall’instabilità politica post-bellica sono scappate 1.785.000 persone. Dalla Somalia, il “non stato” del Corno d’Africa 678.000 persone, di cui 117.000 nel solo 2008 in concomitanza con la ripresa delle violenze, in realtà mai del tutto sopite.
Dal Congo 455.000 persone, con un forte incremento nel 2008 per la nuova ondata di violenze nelle regioni nord-orientali del paese. 389.000 rifugiati dalla Colombia schiacciata da paramilitari e narcotrafficanti. La maggior parte dei rifugiati trovano ospitalità nei paesi limitrofi che, tuttavia, non hanno la capacità economica, né tanto meno la stabilità politica per accogliere grandi comunità che spesso mettono a dura prova gli equilibri etnico – religiosi interni. Il 47% del totale dei rifugiati trova riparo in Pakistan, Iran, Siria, Germania e Giordania.
Tutti, con l’eccezione tedesca, paesi in via di sviluppo. Quindi con poche risorse e internamente frammentati. I potenti, e ricchi della terra, non intervengono, sempre con l’eccezione tedesca, se non con finanziamenti spesso sporadici per i campi di accoglienza. La situazione è un po’ diversa per quel che riguarda i richiedenti asilo. Nel 2009 922.500 persone hanno fatto domanda di asilo politico. La maggior parte delle applicazioni, 222.000 soltanto in Sud Africa, la nascente potenza politico – economica del continente africano. Le restanti domande sono state sottoposte, in ordine, agli Stati Uniti, Francia, Malaysia, Ecuador, Canada. E il nostro paese? L’Italia nel rapporto non viene citata. Con le politiche messe in atto con il pacchetto sicurezza è sempre più difficile per rifugiati, migranti, richiedenti asilo raggiungere il Belpaese.
La pratica dei respingimenti al largo delle coste italiane, senza procedure di identificazione che consentano di salvaguardare chi, in base ai trattati internazionali, ha diritto ad essere accolto in Italia, ha semplicemente risolto il problema. Azzerandolo.
Trackback dal tuo sito.