“Le piccolezze della politica” e la “grandezza di un impegno spontaneo, innocente”. Due Italie parallele che viaggiano in direzioni opposte. Due Italie raccontate dalle voci di molti testimoni che hanno gettato i semi per un cambiamento culturale che ha dato frutti e continua a darne in questi ultimi trent’anni. Anche i 150 giovani di Volvera sono il risultato di questo seminare insieme, con continuità, andando in profondità. A loro hanno consegnato un racconto intimo e prezioso della loro vita, Giancarlo Caselli, Roberto Morrione, Laura Romeo, Nadia Furnari, Pino Maniaci e Pino Masciari, Nando Dalla Chiesa. Raccontandosi non salta i particolari, narra la sensazione vorticosa vissuta in due ondate di attivismo differenti: quello degli anni ’80, disorganizzato, studentesco, “disarmato”.
Il primo attivismo di necessità, quello che Nando descrive come reazione sociale naturale all’inesistenza delle istituzioni nella lotta alla mafia. La seconda ondata, quella degli anni ’90, ricca dello slancio di rivalsa seguente alle stragi di mafia, ma anche dell’esperienza fatta negli anni passati e della solidità di una rete di contatti. Sino all’impegno di oggi, dall’università all’informazione, alla società civile. E poi la politica: l’impegno quotidiano, occuparsi del bene pubblico, con i mezzi che meglio raggiungono l’obiettivo.
Un viaggio nell’informazione di ieri e in quella odierna è stato donato ai ragazzidonato ai ragazzi da Roberto Morrione, che ha portato la sua testimonianza di un’informazione libera e per molti anni spesa al servizio dell’informazione pubblica. Energie, passioni e storie per raccontare ai giovani presenti e a quelli collegati in diretta streaming su
www.liberagiovani.it. un percorso che passa da un esordio particolare con Enzo Biagi sino al passaggio nelle maggiori testate del servizio pubblico radiotelevisivo per finire con Rai news 24, da lui fondata e diretta sino all’impegno con Libera Informazione che ha avuto inizio nel 2007. Morrione consente ai giovani di sfogliare pagine di una Rai differente da quella di oggi, con uno spirito di servizio pubblico all’epoca guidato dall’urgenza dell’inchiesta e della ricerca della verità, contenitore di servizi che hanno fatto la storia del giornalismo del nostro Paese. Il cambiamento cominciò nel ’76 con la riforma della Rai e il processo di “lottizzazione dell’informazione pubblica”. Con quella riforma le porte dell’informazione vennero aperte al potere politico e diedero inizio a una deriva culturale, di cui oggi tutti siamo testimoni e spettatori. La continuità dell’impegno e la difesa della Costituzione sono stati al centro dell’intervento del procuratore di Torino, Giancarlo Caselli. Ai giovani dice: “Vivete il presente con radicalità rifiutando il compromesso e il trasformismo, cercando di costruire insieme giustizia e diritti e agendo sui beni confiscati”.
Viviamo in una democrazia malata, immorale e incompiuta – prosegue Caselli – perchè le mafie sono sempre più colluse col potere politico, economico e istituzionale”.L’unica salvezza sembra risiedere nella continuità dell’impegno e nella difesa della Costituzione. A partire da quell’articolo 3 che tutela l’uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini. “Le regole sono il potere dei senza potere – ha concluso Caselli – ci permetteranno di accrescere la quantità di diritti e di legalità nel nostro paese”. “Non basta assicurare la sicurezza ai testimoni, ma lo Stato deve garantire ai testimoni di giustizia la possibilità di costruirsi un futuro – ricorda dunque, l’avvocato di Libera Enza Rando – intervenuta al raduno- ma è fondamentale che ognuno di noi testimoni ogni giorno questi valori nella propria vita e nella propria professione”.
I ragazzi di Libera lo stanno facendo da anni stando vicini alle persone che hanno deciso di ribellarsi alle mafie e denunciare. Alcuni di loro sono intervenuti al raduno, Pino Masciari e la sua lunga lotta, Nadia Furnari e il suo impegno di denuncia nel nome di Rita Atria e Piera Aiello, ma anche la presidente onoraria di Libera Piemonte, Laura Romeo da anni vicina alla rete di associazioni impegnate sul territorio e l’imprevedibile Pino Maniaci, anima di Telejatotv, la tv che a Partanna deride mafiosi e collusi, ed è costantemente nel mirino delle famiglie della zona.
Tante storie, percorsi diversi, si sono incrociati in un asse spazio temporale che racchiude, non tutta, ma di sicuro una buona parte dell’impegno antimafia in questo Paese. Ricordando soprattutto tutti quelli che non ci sono più ma questa battaglia l ‘hanno portata sulla pelle, sino alla fine. Ricordando tutti coloro, giovani e non, che non sono qui al raduno ma hanno seguito queste giornate di lavoro sul portale www.liberagiovani. it e incontreranno questi 150 ragazzi/e in giro per l’Italia agganciando il loro impegno a questi percorsi.