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Giorgio, padre simbolo d’Italia

Di Stefano Fantino il . Interviste e persone

Dopo la morte di Giorgio Alpi, Libera
Informazione, che ne ricorda l’impegno per la ricerca di giustizia
nel caso travagliato della figlia, ha sentito Mariangela Gritta
Grainer, portavoce dell’associazione Ilaria Alpi, molto vicina alla
famiglia.

Nei sedici anni passati dalla morte di
Ilaria, Giorgio Alpi aveva deciso di reagire facendo del dolore un
impegno per trovare la verità. Come ricorda questa sua voglia di
giustizia?

Io credo che loro, Giorgio e Luciana,
il papà e la mamma di Ilaria simbolo d’Italia, per quanto riguarda
il loro impegno per la ricerca della verità sulla tragedia che è
loro capitata. Perché non è usuale ovviamente che dei genitori
perdano un figlio, in genere accade il contrario, per giunta in un
modo così drammatico. Loro sono riusciti a non abbattersi, a non
farsi piegare da un dolore di una grandezza estrema: sono invece
riusciti a trasformarlo in un impegno civile. Una ragione che li
muoveva, loro hanno vissuto e vivono per avere giustizia e verità
sulla morte di loro figlio. Ricordo che Giorgio diceva spesso, anche
ultimamente quando stava poco bene, di avere un rammarico, quello di
non vivere a sufficienza per poter avere questa giustizia, perché la
verità di quello che è successo la sappiamo, manca la giustizia. Mi
piace sottolineare la grande determinazione di questi genitori che
avrebbero anche avuto il diritto di vivere la loro sofferenza
privatamente, ma purtroppo chi doveva dare verità e giustizia non
l’ha fatto.

Giorgio Alpi non potrà dunque vedere
gli sviluppi, o meglio i nuovi inizi giudiziari che daranno una
svolta al caso, cui la famiglia e l’associazione guardando con
attenzione…

Sicuramente Luciana, che è una donna
combattiva che si è battuta insieme con Giorgio, non potrà che
trarre da questa sua dipartita un ulteriore alimento per essere
ancora in prima linea. La sua battaglia sarà sicuramente forte e
sarà decisamente supportata da chi li ha accompagnati fino ad oggi,
dall’associazione Ilaria Alpi, dal Premio Alpi ai tanti giornalisti
che in questi anni hanno seguito la vicenda con grande
partecipazione.

L’associazione ha promosso una raccolta
firme per chiedere “verità e giustizia”, come prosegue? un modo
per ricordare l’impegno di Giorgio in questi giorni?

Ormai dovremmo essere a più di
cinquemila firme. La mia dichiarazione come portavoce
dell’associazione Ilaria Alpi subito dopo la morte di Giorgio ha
rilanciato questo appello per testimoniare concretamente, con una
firma, il proprio gesto di responsabilità per arrivare alla
giustizia.

Quali saranno invece le nuove tappe
giudiziarie sottese alle novità penali emerse dal caso?

La prima tappa già fissata è quella
datata 23 novembre. Ci sarà la prima udienza del processo a cui si
arriva in virtù delle parole fatte dal testimone di accusa di Hashi
Omar Hassan, in carcere ormai da dieci anni e condannato a ventisei
anni di reclusione. Il testimone d’accusa principale ha dichiarato di
essere stato indotto, tramite denaro, da componenti delle istituzioni
italiane per dichiarare il falso. Quindi sulla base di queste
dichiarazioni, registrate, e sulla base di testimonianze raccolte
anche dalla famigerata commissione Taormina, lui sarà processato per
falso e per calunnia. E questo riapre tutta l’inchiesta, e qualcuno
dovrà rispondere, qualcuno dovrà spiegare come e perché ha
costruito questo capro espiatorio. Sospettavamo ci fosse questa
situazione, lo sospettavano anche Luciana e Giorgio, ma stata scritto
anche nella prima sentenza di assoluzione di Hashi Omar Hassan, dove
fu individuato come capro espiatorio per offrire sul piatto d’argento
la soluzione a rapporti difficile tra Italia e Somalia.

Ha un ricordo personale di Giorgio?

Mi piace ricordare il suo impegno ma
anche la sua grande persona. Penso infatti che chi ha avuto modo di
conoscere Giorgio abbia ricevuto una grande fortuna. Una persona
ricca umanamente, un medico di talento, sempre disponibile per tutti
anche dopo aver lasciato la professione. Penso sia stato un padre
eccezionale e i ricordi di sua figlia di cui lui ci ha reso partecipi
sono davvero indimenticabili e varrebbe la pena raccontarli, vedremo
in che modo.

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