Blitz dell‘associazione daSud al centro di Roma, “il Sud frana e le mafie se la ridono dal ponte”.
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Con il blitz di stamattina e lo
striscione srotolato da Trinità dei Monti, gli attivisti
dell’associazione daSud lanciano la terza edizione della Lunga
marcia della memoria. L’evento annuale e itinerante per i diritti e
contro le mafie che quest’anno è dedicato ai nuovi linguaggi
antimafia , alla libertà di informare e raccontare nel Paese dei
misteri, alla richiesta di giustizia per le vittime innocenti delle
organizzazioni mafiose, alla giustizia ambientale e sociale. «La
scelta di rilanciare nella Capitale la questione aperta del Ponte
sullo Stretto, proprio adesso che sono iniziati i lavori preliminari
non è un caso- spiega Danilo Chirico di daSud- Come nelle due
precedenti edizioni, la Lunga marcia vuole portare all’attenzione
dell’opinione pubblica temi fondamentali per la tenuta democratica
e civile dell’Italia intera, spesso trascurati o raccontati male».
Il Sud frana come il modello economico
e politico che governa il Paese. «E
non solo le mafie se la ridono. Con loro le multinazionali, in attesa
di mettere le mani sui finanziamenti pubblici- prosegue- Come le
guerre, l’acqua e le grandi infrastrutture, questo Ponte è il
frutto avvelenato della Shock economy, una delle “mucche da
mungere”. Un’operazione fatta con denaro pubblico ma pensate per
ingrossare i profitti dei privati e arricchire le mafie».
Per l’associazione daSud la realizzazione del Ponte rappresenta una
risposta sbagliata all’emigrazione forzata dei giovani meridionali,
in fuga da un futuro senza sogni. «Distrugge
un angolo di rara bellezza e calpesta la nostra memoria»
spiegano gli attivisti di daSud che insieme a Rigas- Rete
italiana giustizia ambientale e sociale- si sono ritrovati in piazza
di Spagna per srotolare lo striscione contro il Ponte, tutti con il
volto coperto da una maschera bianca.
Come gli invisibili, senza volto, che
subiscono e subiranno gli effetti di questa grande opera,
inconciliabile con i bisogni reali di quelle terre che andrà ad
unire. Invisibili inascoltati, cittadini senza voce e senza alcuna
possibilità di decidere il futuro della terra che li ha visti
nascere, vivere ed emigrare. «daSud
esercita con forza il diritto a raccontare la verità, un diritto
messo costantemente in discussione. L’Italia è in mano alle mafie,
il Paese reale è andato ben oltre “La Piovra” degli anni ’80.
Sono tante le strade da percorrere per reinventare un linguaggio che
oggi più che mai ha bisogno di richiamare all’impegno antimafia
nuove generazioni e strati sociali ancora marginali- conclude
Chirico». Da Crotone
all’Aspromonte, da Locri a Lamezia Terme, passando per la Puglia e
Polistena, per concludere, a settembre, a Roma. L’obiettivo è
ricominciare da Sud la Lunga marcia che porta dalla memoria al
futuro.
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