1 luglio, ore 17, Piazza Navona
Mancano poche ore e piazza Navona
inizierà ad accogliere quanti oggi, primo luglio, vorranno portare
in piazza il loro democratico dissenso verso una legge, quella sulle
intercettazioni, che colpisce tutti in quanto cittadini. Troppe e
troppo devastanti le menomazioni che il ddl comporterà sulle
indagini (i magistrati) e su quanto apparirà sui giornali (i cari,
vecchi cronisti), ma la girandola di adesioni e consapevolezza
testimonia che si è percepito che a subirne saranno i cittadini
tutti. Poco sicuri, poco informati, costretti, ce ne fosse ancora
bisogno, a una informazione ancora meno esauriente e quindi incapaci
di esercitare il fondamentale diritto alla democrazia. E ora che la
protesta si avvicina, mentre l’Italia è, a vario titolo,
attraversata dalle notizie sul caso Brancher, dalle sentenze di
secondo grado su Dell’Utri che lo condannano a sette anni per
concorso esterno e a molti pare di far festa, le dichiarazioni del
premier vertono su attacchi a giornali e alla libertà di stampa.
Mentre in Italia, e anche all’estero, più di ventidue città
presentano appuntamenti: Milano, Torino, Bari, Palermo, ma eventi
anche in Inghilterra e a Parigi, in attesa del 9 luglio, quando il
mondo dell’informazione ha in programma un black out informativo.
Il diritto di sapere
Tra gli animatori di sempre sul
versante della lotta a difesa della libertà di stampa, anche oggi
Beppe Giulietti, portavoce di Articolo21 sarà in piazza. L’invito
del deputato è quello «a lasciare a casa gelosie di sigla, di
parte, di appartenenza» per cercare di «di arrivare tutti insieme,
anche perché, sia chiaro a tutti, non è in gioco una manciata di
voti, ma il futuro stesso della nostra democrazia». Anche la nostra
redazione di Libera Informazione, guidata da Roberto Morrione, il
direttore, sarà in piazza, non potendosi sottrarre a una
dimostrazione di contestazione dura a un ddl ritenuto inaccettabile
sotto diversi profili. E saranno tanti i colleghi (da Narcomafie ad
Antimafia Duemila) che supporteranno questa battaglia che colpisce
duramente quelle tematiche (sia alla fonte che alla sorgente) di cui
si parla poco e male nel nostro paese. Con il fermo proposito di non
farne una manifestazione corporativa ma un gesto di lotta
democratica: «la minaccia del ddl riguarda tutti e dunque anche chi
non lavora in un giornale, non ha una posizione contrattualizzata,
non si riconosce nel sindacato o non si sente rappresentato dalla
protesta. Chi è meno tutelato di altri ma altrettanto colpito nella
sua dignità professionale e nella qualità del suo lavoro». Così
la redazione di Lettera 22, che sarà in piazza questo pomeriggio.
Sensibile anche l’Usigrai, che per mano della sua vicesegretario,
ribadisce la volontà di «difendere il nostro diritto-dovere di
informare, ma anche di tutelare il diritto ad essere informati di
tutti i cittadini, il diritto di sapere cosa succede nel nostro
paese, cosa si nasconde dietro alle stragi, alle indagini sulla mafia
e sulla criminalità organizzata, agli appalti pubblici, quali affari
si compiono alle spalle dei cittadini nella sanità, nel mondo dello
sport, nell’edilizia popolare, nel settore del riciclaggio dei
rifiuti». Una luce, quella sul paese reale, che nemmeno la Cgil
vuole spegnere soprattutto se a farlo sono ddl che producono
«un’attacco continuo agli organi di informazione» tramite «leggi
sbagliate e con ampi tratti di incostituzionalità», come osserva
Fulvio Fammoni.
Italia ed estero, problema democratico
non giornalistico
Tante associazioni aderiscono alla
giornata (le adesioni sono consultabili cliccando qui), tra cui il
Popolo Viola, associazioni studentesche, Arci, Acli, Legambiente. La
manifestazione ha avuto l’appoggio della FesP spagnola, la Federación
de Sindicatos de Periodistas, che ha rilanciato la manifestazione
come l’adesione del DJV, la Federazione tedesca dei giornalisti. Il
sindacato è è solidale con le critiche alla politica sui media del
Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi: «Un intervento che è
ingerenza su un bene così fondamentale come la libertà di stampa
non è accettabile in Europa» ,ha affermato Michael Konken, il
Presidente federale del DJV. Aggiungendo: « Noi appoggiamo la
manifestazione dei giornalisti della Fnsi e delle organizzazioni per
i diritti civili in programma per il 1° Luglio a Roma e auguriamo
molto successo ai nostri colleghi italiani.». Adesione anche da
parte della Tavola della Pace: «Quella legge minaccia alcuni dei
nostri fondamentali diritti di libertà e di cittadinanza”, ha
detto Flavio Lotti, coordinatore della Tavola , “come il nostro
diritto alla sicurezza e il nostro diritto di conoscere e di essere
correttamente informati. Non è solo un attacco senza precedenti ai
giornalisti e alla libertà di stampa. E’ un attacco alla nostra
sicurezza personale perché limita fortemente gli strumenti con cui
la polizia e la magistratura contrastano ogni forma di illegalità e
di criminalità. Ed è un durissimo attacco al sacrosanto diritto di
tutti i cittadini di conoscere cosa accade, giorno per giorno, nella
realtà che ci circonda.».
Magistrati e scrittori uniti
In chiusura da segnalare due importanti
adesioni: quyella della Anm, Associazione Nazionale Magistrati e
quella del Sindacato nazionale scrittori. Il presidente dell’Anm
Palamara, «in piena sintonia con la Federazione Nazionale della
Stampa Italiana, ha ripetutamente denunciato i gravissimi rischi per
la sicurezza dei cittadini e la libertà di informazione derivanti
dal disegno di legge del Governo in materia di intercettazioni.
Questa riforma limita drasticamente la possibilità per le forze
dell’ordine e per la magistratura di individuare gli autori di
reati di particolare allarme sociale e pregiudica in modo
inaccettabile il diritto dei cittadini di essere informati su fatti
di interesse pubblico.». Gli scrittori Einaudi invece hanno firmato
una lettera nella quale si associano alla protesta di gran parte dei
cittadini italiani contro il disegno di legge “bavaglio”
«che intende limitare l’azione della magistratura e delle forze
dell’ordine, il diritto di informazione e la libertà di stampa nel
nostro paese. Questa legge, millantando di proteggere la privacy di
molti, vuole salvaguardare l’impunità di pochi, stendere un velo di
segretezza sulla criminalità organizzata e, contemporaneamente,
reprimere ogni voce di dissenso.». A Roma la manifestazione sarà
condotta da Tiziana Ferrario con Ottavia Piccolo e si protrarrà fino
alle 21. Interverranno “molti testimoni che non avrebbero avuto
giustizia se non ci fosse stata la libertà di stampa, tante vittime
di mala giustizia”, hanno fatto sapere Roberto Natale, presidente
della FNSI e il Segretario FNSI Franco Siddi. E anche tanti artisti,
come Dario Fo (in collegamento telefonico), Massimo Ghini, Leo
Gullotta, i Tetes des bois, la Piccola Sinfonietta, Giovanna Marini.
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