Ustica: trenta anni di misteri
Smentite, depistaggi, bugie, silenzi, archiviazioni. Ancora si cercano squarci di verità sul disastro aereo del DC9 compagnia aerea Itavia, volo IH870 Bologna-Palermo che causò 81 morti. Alcuni di questi squarci emergono proprio a Reggio Calabria quando si indaga sulle navi dei veleni e sui presunti traffici di scorie tossiche e nucleari tramite affondamenti dolosi che si intrecciano al filone lucano di inchiesta relativo al coinvolgimento del centro di monitoraggio ambientale Enea- Sogin della Trisaia di Rotondella, in provincia di Matera, in un’attività di vendita di tecnologie e materiali nucleari attraverso le ‘ndrine. Anche a Potenza un’inchiesta condotta dal procuratore Nicola Maria Pace era dedicata al traffico illegale di plutonio e uranio ed era stata favorita dalle dichiarazioni di un pentito della ‘Ndrangheta che conosceva i luoghi esatti dell’interramento dei fusti radioattivi.
Tanti gli scenari inquietanti, quindi, tra cui la morte di Ilaria Alpi, il porto nucleare di Eel Ma ‘Ann a nord di Mogadiscio in Somalia, la vendita di armi ad Iran e Iraq da parte dell’Italia ed anche la strage di Ustica. In particolare le trattative per la vendita di Uranio da parte dello Stato Italiano a paesi arabi non sarebbero stati graditi ad Israele e Stati Uniti, divenendo così il centro di uno scontro internazionale per il blocco di questi stessi traffici. Scontro che potrebbe essere culminato nella strage di Ustica laddove il DC9, secondo una della ipotesi, sarebbe stato carico di barre di uranio rubate e dirette in Libia. Per questo sarebbe stato abbattuto dai servizi segreti israeliani. In tutto ciò, come ricostruito da Manuela Iatì e Giuseppe Baldessarro nel volume “Avvelenati” (Città del Sole edizioni), il centro Enea di Rotondella avrebbe svolto la funzione di luogo di addestramento sulle tecnologie nucleari. Nonostante un incontro tra il procuratore Francesco Neri che seguì le indagini a Reggio Calabria e il collega romano Rosario Priore che seguì il filone relativo alla strage di Ustica, ad oggi nessun mistero è stato svelato. Comprenderne anche soltanto uno aiuterebbe a sbrogliare la matassa. Bisogna continuare a cercare e a rivendicare il diritto di conoscere la verità.
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