NEWS

Calciatori azzurri, portate un fiore sulla tomba di Miriam Makeba

Di Raffaele Sardo il . Campania

Era venuta dal Sudafrica a Castel Volturno per cantare a sostegno di Roberto Saviano e per ricordare i sei ragazzi ghanesi che il 18 settembre del 2008 furono ammazzati dalla camorra. Miriam Makeba, “Mama Africa”, la cantante dell’apartheid, invece a Castel Volturno ci è venuta a morire.  

Era il 9 novembre del 2008. Finito il concerto a Baia Verde, a pochi passi da dove fu ucciso Domenico Noviello, l’imprenditore che aveva denunciato e fatto arrestate i suoi estorsori, “Mama Africa”, che nonostante forti dolore al petto aveva voluto ugualmente cantare per rendere omaggio ai suoi impegni, si accasciò sul palco e lì si spense. Morì ufficialmente alle 23,55 del 9 novembre 2008, a 76 anni compiuti. Nel giorno della sua morte, il presidente del Sudafrica, Nelson Mandela, disse: Era la madre della nostra lotta e della nostra giovane nazione.” E Roberto Saviano: “La voce di Miriam Makeba era quello che i sudafricani dell’apartheid avevano al posto della libertà”. Ma le parole più significative  a nome di tutta la nazione italiana, le adoperò il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “L’Italia deve riconoscenza per il gesto che Miriam Makeba ha voluto compiere mettendo perfino a rischio la vita per esprimere solidarietà alle vittime africane della criminalità organizzata a Castel Volturno e dare il suo contributo alla causa della legalità e della civiltà nella nostra terra”.  

Miriam Makeba è  venuta a morire a poca distanza da dove,  diciannove anni prima, fu ucciso  un altro sudafricano, Jerry Essan Masslo, rifugiato politico. Jerry era fuggito dal suo paese, dove negli scontri razziali che imperversavano, aveva perso il padre e una figlia di sette anni. Lì aveva lasciato la giovane moglie e altri due figli.  Per entrare in Italia era stato necessario l’intervento di Amnesty International. Ma non vi entrò come rifugiato politico, perché allora il nostro governo riconosceva lo status di rifugiato solo ai profughi dell’Est. 

Era in un casolare nelle campagne di Villa Literno nella notte tra il 24 e il 25 agosto del 1989 quando due balordi  si presentarono con le armi in pugno per rapinare agli immigrati che dormivano in quella casa diroccata, i pochi soldi di una giornata di duro lavoro nei campi.

Miriam Makeba e Jerry E. Masslo, sono i simboli della lotta al razzismo e allo sfruttamento.  Due bandiere della solidarietà e della tolleranza. Due sudafricani a cui rendere omaggio. E quale migliore occasione, questa dei mondiali, per dare un senso concreto anche alle parole che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha speso a nome di tutti gli italiani in occasione della morte di “Mama Africa” 

In questo momento voi calciatori rappresentate l’Intera nazione. Perciò vi chiediamo di portare un fiore sulla tomba di Miriam Makeba, per tributarle  l’omaggio che merita un’artista così grande che  non ha avuto remore a venire in Italia e testimoniare con la sua musica, e perfino con la sua vita, la necessita di una lotta ai poteri criminali. Il suo gesto è stato grande. E con lei, ricordare Jerry Masslo e tutte quelle persone che nel mondo sono morte per difendere i diritti e la dignità degli uomini e delle donne. Non abbiate timore di  rovinare l’immagine dell’Italia. Non sarà così. L’immagine di un paese la rovina chi commette azioni illegali, non chi la racconta. Il vostro gesto sarà apprezzato da tutti gli italiani che credono nell’affermazione dei diritti delle persone a qualsiasi latitudine e dai milioni di persone che nel mondo sono ancora vittime del pregiudizio, della violenza e della sopraffazione. 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link