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Una discarica abusiva alle porte di Milano?

Di Lorenzo Frigerio il . Lombardia

Terra di confine, terra di nessuno: spesso il detto tradisce il vero e anche quanto è avvenuto oggi, alle porte di Milano, nella zona sud della città, sembra costituirne l’ennesima prova. I fatti si svolgono all’interno del Parco dei Fontanili, al confine tra Milano e Corsico, precisamente in via Cristoforo Colombo, dove a fianco di una palazzina residenziale, si trova un deposito abusivo, che risulta essere gestito da un’azienda edile con sede a Milano.

È in questa via periferica dell’area industriale di Corsico, che questa mattina arrivano gli uomini del commissariato del Lorenteggio e i funzionari del Comune di Milano e dell’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. L’area, oggetto di intervento, è stata già sottoposta a sequestro preventivo da qualche mese ma solo la Polizia di Stato interviene per accompagnare i tecnici sul terreno incriminato. Vengono rotti i sigilli e si apre il cancello da cui si accede all’area. Quando si accende la telecamera del TG3 regionale, giunto sul posto con una troupe, insieme a giornalisti di altre testate e rappresentanti di Libera e di Legambiente, ecco la prima sorpresa. Una lunga colata di cemento serve a pavimentare l’ingresso e conduce all’interno della recinzione, dove si trovano una serie di rifiuti di ogni genere, da pneumatici a scarti di edilizia, da cancellate di ferri a bidoni di varia dimensione.

Il Parco dei Fontanili è un polmone verde di circa 16 ettari, all’estremità del Parco agricolo Sud Milano e al suo interni si trovano importanti vie d’acqua. L’area è stata abbandonata e da tempo è stata avviata una seria opera di bonifica e riqualificazione. Vedere come si tenti di sfregiarla suscita un naturale moto di indignazione.

Giornali e associazioni sono tenuti all’esterno dagli agenti, ma la tensione che si respira nell’aria al momento dell’avvio del sopralluogo è palpabile. La chiave del cancello non si trova ma alla fine il proprietario la recupera per affidarla nelle mani del dirigente della PS. Un tecnico di fiducia della proprietà si mette anche diligentemente a fotografare con il telefonino tutti i presenti. Chissà, a futura memoria..

I tecnici del Comune di Milano, ai quali si aggiungono poco dopo anche quelli del Comune di Corsico, intanto contestano il manufatto abusivo che copre un terreno che rientra nel Parco dei Fontanili: averlo recintato e cementificato costituisce di per sé una illegalità. Anche sulla limitrofa costruzione, che sembra essere abitata dalla proprietà e dalle maestranze della ditta in questione, emerge più di un profilo di illiceità e si annunciano provvedimenti.

Non finisce qui però, perché i tecnici dell’ARPA sono chiamati a sondare nei prossimi giorni i terreni che ricadono nella zona in questione, in quanto al commissariato del Lorenteggio sono giunte diverse segnalazioni di cittadini riguardanti gli strani movimenti notturni di camion e veicoli, considerati alquanto sospetti vista l’area e registrato l’orario in cui avvengono. Gli accertamenti e i carotaggi quindi serviranno a scartare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la possibilità che l’area sia stata utilizzata per essere il luogo dove sotterrare qualcosa che doveva sparire velocemente e senza lasciare traccia.

A titolo di cronaca va detto anche che, sempre in via Cristoforo Colombo, nelle immediate vicinanze dell’area sottoposta oggi a sequestro, la Polizia Provinciale ebbe modo di sequestrare altri terreni destinati a ricevere rifiuti di varia natura.

A mettere sotto i riflettori il terreno sequestrato è stata una circostanza del tutto casuale: il censimento operato dal commissariato delle baracche abusive dei rom, situate lungo la roggia che costeggia il terreno che, lo ricordiamo, essendo area destinata a parco, dovrebbe essere libera da ogni tipo di manufatto, tanto più se abusivo. Nel registrare le baracche, gli agenti si sono imbattuti nella recinzione che delimita il deposito abusivo. Da qui è nato poi tutto.

Ora la parola lascia spazio alle necessarie verifiche che non potranno non tener conto di un ulteriore fondamentale elemento: vale a dire il luogo in cui è stato rinvenuto il deposito/discarica. Stiamo infatti parlando di una zona di confine tra Milano e Corsico, uno dei comuni da sempre luogo di tradizionale presenza di criminalità organizzata di stampo mafioso, nello specifico di ‘ndrangheta. Una ‘ndrangheta che, proprio nella zona sud di Milano, ha il monopolio sulle ditte di movimento terra e sembra essere molto interessata anche allo smaltimento dei rifiuti, come testimoniato anche dalle risultanze agli atti del processo “Cerberus”.

Il vicepresidente regionale di Legambiente Sergio Cannavò, anche lui presente al sopralluogo di stamane, lancia l’allarme alle istituzioni per la probabile presenza di altre aree del genere, in periferia di Milano, sottratte alla loro naturale funzione di parco, per essere adibite impunemente a discariche a cielo aperto.

Il controllo di legalità, operato questa mattina, sembra un positivo segnale di presenza delle istituzioni. E questo a due passi della città motore della Lombardia e del Paese, su una terra di confine che troppo spesso è terra di nessuno. 

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