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Il valore delle opinioni

Di Antonio Pascale* il . L'analisi

Partireri da uno schema semplice,
elementare. Noi abbiamo delle opinioni,
le nostre opinioni vengono
lette dai politici di riferimento e
poi tradotte in norme, e leggi, insomma tutto
cio che serve, nelle intenzioni, a migliorare
l’ambiente. Un ambiente migliore, migliora le
nostre opinioni. Al contrario opinioni superficiali,
esprimeranno politici superficiali che
detteranno brutte leggi. Il vantaggio di questa
schema è quello di fissare la nostra attenzioni
non suoi politici, nemmeno sulle leggi, ma sulle
nostre opinioni. Scopo di una buona pratica
democratica, quindi è, è quello di approfondire
le nostre opinioni. Quelli che dovrebbero approfondire
le nostre opinioni sono appunto gli
intellettuali. In senso lato, naturalmente. Cioè,
sono da considerarsi intellettuali, tutti quelli che
hanno sviluppato una competenza,anzi, di più,
tutti quelli che prendono parola in un pubblico
dibattito. In ragione diq uesta funzione, hanno
quindi il dovere di mostrare sia il risultato dei
loro sforzi sia gli strumenti metodologici che
usano per ottenerli. Ossia, il primo dovere di
un intelelttuale è quello di essere responsabile
delle proprie parole, cercare una misura, evitare
slogan ad effetto e, anzi, combattere, ogni qualvolta
in una discussione la retorica ha la meglio
sugli argomenti, la teoria sui fatti.Una sana democrazia
sia fonda sia su queste pratiche sia su
questa trasperarenza metodologica. I tentativi
di eliminare gli strumenti di indagine e dunque
rendere oscuri anche i risultati della medesima,
vanno annoverati sotto la voce inquinanti
e come tali vanno combattutti. Se si abbatte la
possbilità di produrre prove e indagini, si riduce
la nostra capacità conoscitiva e con essa si riduce
il tasso di democrazia. 

* Giornalista e scrittore

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