Nasce l’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza
Le “insicurezze” e le “paure” dei cittadini, quelle “reali”, quelle “rappresentate” e quelle “percepite”,
costituiscono fattori dominanti sulla base dei quali si formano le opinioni e le scelte dei cittadini. In
Italia, ma anche in tanta parte dell’Europa. Indagare sulle ragioni di questi fenomeni, significa
andare alla radice dell’”età dell’incertezza e della paura” nella quale viviamo.
Parte da qui la decisione di Fondazione Unipolis, Demos & Pi e Osservatorio di Pavia di dare vita
all’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza. Con l’obiettivo di rendere permanenti le indagini e le
riflessioni su un tema centrale della vita odierna delle comunità, sviluppando ulteriormente e su
scala continentale l’esperienza maturata nel corso di tre anni di collaborazione nella realizzazione
del Rapporto “La sicurezza in Italia. Significati, immagini e realtà”.
I primi risultati dell’attività dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza saranno presentati Sabato 5
giugno alle 10,30 nell’ambito del Festival Economia di Trento, dal prof. Ilvo Diamanti, direttore
scientifico di DemosΠ, in una discussione con Gian Antonio Stella.
Attraverso indagini mirate e l’analisi dei maggiori organi dell’informazione televisiva, in Italia e nei
principali paesi europei, l’Osservatorio pubblicherà, durante tutto l’anno, periodici rapporti
sull’evoluzione delle “paure” e delle “insicurezze” dei cittadini. Sia dal punto vista sociale (il lavoro,
il risparmio, l’alimentazione e l’ambiente, ecc), che da quello dell’incolumità personale (criminalità
comune e organizzata, terrorismo, violenze e furti, ecc.) con un’attenzione particolare a uno degli
aspetti sociali più rilevanti degli ultimi anni, in Italia e in Europa: quello dell’immigrazione.
A completamento del Rapporto “La sicurezza in Italia” del 2009 è stato realizzato il “Quaderno
n. 2” della Fondazione Unipolis, che contiene la versione integrale dell’indagine realizzata da
Fabio Bordignon e Martina Di Pierdomenico di Demos e i dati della ricerca dell’Osservatorio di
Pavia, con i commenti, oltre che di Ilvo Diamanti e Antonio Nizzoli, di Lucio Caracciolo e Maurizio
Ambrosini, introdotti da Pierluigi Stefanini.
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